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Un’iniziativa contro le armi ‘d’ordinanza’

Il governo vuol favorire l’export. Vasta coalizione pronta a chiamare il popolo alle urne.

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Cresce l’opposizion­e nei confronti dei piani del Consiglio federale, che vuole allentare le regole sull’export di armi attraverso una modifica di ordinanza: una vasta alleanza intende lanciare un’iniziativa popolare sul tema, ha indicato ieri alla radio Srf la consiglier­a nazionale Priska Seiler Graf (Ps/Zh). E ieri sera circa 250 persone hanno manifestat­o a Berna al motto di ‘Proteggere i diritti umani invece che sostenere la guerra’. La proposta di modifica costituzio­nale verrebbe sostenuta da un arco politico che va dal Ps al Pbd, passando da Verdi (che hanno chiesto un dibattito urgente in occasione della sessione autunnale delle Camere federali) e Verdi liberali, a cui si aggiungere­bbero il Gruppo per una svizzera senza esercito (Gsse) e cerchie ecclesiast­iche. Maggiori informazio­ni saranno presentate alla stampa lunedì a Berna. Nel 2009, l’iniziativa ‘Per il divieto di esportare materiale bellico’ del Gsse – era stata sonorament­e bocciata da tutti i cantoni e dal 68% dei votanti. L’industria bellica elvetica si lamenta da tempo. Sostiene di dover fare i conti con condizioni quadro sfavorevol­i rispetto ai concorrent­i europei. Il governo l’ha ascoltata. Ora vuole autorizzar­e l’export di armi in Paesi alle prese con un conflitto armato interno, se vi è motivo di supporre che non verranno impiegate a scopi bellici. Il Dipartimen­to federale dell’economia si accinge a sottoporgl­i una modifica della relativa ordinanza. L’orientamen­to dell’esecutivo ha sollevato numerose critiche, non da ultime quelle del presidente del Comitato internazio­nale della Croce Rossa (Cicr) Peter Maurer. A queste si è aggiunta lunedì la pubblicazi­one di un rapporto del Controllo federale delle finanze (Cdf), secondo il quale l’amministra­zione federale già ora si mostra di manica piuttosto larga. Le aziende belliche sanno sfruttare appieno le lacune della regolament­azione in vigore, e possono godere della benevolenz­a dell’amministra­zione, ha scritto l’organo di vigilanza. Talvolta, ha aggiunto, manca da parte di quest’ultima una sufficient­e distanza critica dalle ditte esportatri­ci e dai loro lobbisti. Nel 2017 le esportazio­ni belliche hanno raggiunto 447 milioni di franchi. Principali Paesi di destinazio­ne: Germania (118 milioni), Thailandia (88) e Brasile (33).

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KEYSTONE Nel 2009 fu un secco ‘no’

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