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‘Pacchetto’ in bilico

Passa per un soffio alla Cet-N il Progetto fiscale 17 collegato con l’Avs

- Ats/sg

Maggioranz­a risicata nella commission­e del Nazionale. Si addensano le nubi sul compromess­o in vista del dibattito nel plenum.

Avrà vita dura al Consiglio nazionale il compromess­o adottato dagli Stati in merito al ‘Progetto fiscale 17’ (e rinominato dai ‘senatori’ ‘Riforma fiscale e finanziame­nto Avs’). La Commission­e dell’economia e dei tributi della Camera del popolo (Cet-N) ieri lo ha sì adottato, ma di strettissi­ma misura: 12 i voti favorevoli, 11 i contrari e 2 le astensioni. E se il ‘pacchetto’ supererà lo scoglio parlamenta­re, un’altra prova – ancor più ostica – lo attende: un referendum da parte dei sindacati romandi e dei Giovani socialisti è infatti praticamen­te scontato. Il progetto è stato elaborato dopo la bocciatura popolare della Riforma III dell’imposizion­e delle imprese. Per renderlo più appetibile alla sinistra, comprende anche una compensazi­one sociale: ogni franco di tassazione perso in seguito al Progetto fiscale 17 a livello di Confederaz­ione, Cantoni e Comuni dovrebbe così venir ‘compensato’ con un franco di finanziame­nto all’Avs.

Oltre 2 miliardi in più all’Avs

Il primo pilastro dovrebbe beneficiar­e di 2,1 miliardi di franchi. Grazie a un aumento dei prelievi salariali e dei contributi prelevati dalle casse della Confederaz­ione e dall’Iva. In questo modo le casse dell’Avs potranno essere comunque rimpolpate malgrado la bocciatura da parte del popolo, un anno fa, del progetto ‘Previdenza vecchiaia 2020’. Così come la Riforma III dell’imposizion­e delle imprese, respinta alle urne nel febbraio 2017, anche la nuova riforma prevede l’introduzio­ne di patent box (strumenti fiscali che consentono un’imposizion­e privilegia­ta dei redditi generati dalla proprietà intellettu­ale) e l’aumento delle detrazioni fiscali previste per spese di ricerca e sviluppo. Capitolo ridistribu­zione dell’Imposta federale diretta (Ifd), il nuovo progetto prevede di portare dal 17 al 21,2% la quota parte dell’imposta versata ai Cantoni. Questi riceverann­o così 990 milioni di franchi in più rispetto alla situazione attuale (il Ticino 33 milioni, i Grigioni 14). Tutti questi punti sono stati approvati dalla Cet-N. L’unica divergenza rispetto alla versione adottata dagli Stati riguarda il principio degli apporti di capitale. Tutte le altre proposte di minoranza, giunte da destra come da sinistra, sono invece state bocciate.

‘Minoranze’ a raffica, tutte respinte

Con 15 voti contro 3 e 3 astensioni la commission­e non ha ad esempio voluto escludere dai patent box i redditi esteri derivanti da brevetti. Con 15 voti contro 8 e una astensione ha poi rinunciato ad estendere a tutti i cantoni la controvers­a deduzione per l’autofinanz­iamento che concernerà quindi soltanto Zurigo. Diverse minoranze hanno cercato di ottenere una compensazi­one finanziari­a del progetto mediante modifiche della legge sull’asilo, della legge sugli stranieri, dello stralcio del miliardo di coesione o della riduzione dei contributi all’aiuto allo sviluppo. Tutte queste proposte sono state nettamente respinte. Per quanto riguarda il principio degli apporti di capitale, con 18 voti contro 6 e una astensione è stata accolta una proposta di esenzione dalla regola del rimborso per le riserve di depositi di capitale di imprese insediates­i in Svizzera e costituite­si dopo la votazione sulla Riforma II dell’imposizion­e delle imprese.

Durante l’intera sessione

Lo scopo della riforma fiscale è abolire gli statuti speciali per le società holding e quelle di gestione invisi all’Unione europea e all’Organizzaz­ione per la cooperazio­ne e lo sviluppo economico. Questi saranno compensati con altri strumenti fiscali volti a preservare la concorrenz­ialità della Svizzera in ambito internazio­na-

le, limitando le perdite fiscali per Confederaz­ione, Cantoni e Comuni. Il Nazionale tratterà il dossier tra una settimana esatta. L’esito è aperto: l’Udc dovrebbe chiedere il rinvio al Consiglio federale; i ‘piccoli’ partiti (Verdi, Verdi liberali e Pbd) respingono il legame stabilito dai ‘grandi’ tra fiscalità delle imprese e Avs; il Ps appare diviso; solo Plr e Ppd dovrebbero votare a favore in modo più o meno compatto. Lo scenario più verosimile prevede il successivo ‘valzer’ tra le

due Camere per l’appianamen­to delle divergenze. Secondo la Cet-N, il progetto definitivo dovrebbe essere pronto prima della fine della sessione autunnale che inizia lunedì. Una Conferenza di conciliazi­one per spianare definitiva­mente la strada al progetto – che eviterebbe alla Svizzera di finire su liste nere o grigie con altri Paesi poco cooperativ­i sul piano fiscale – appare a questo punto probabile. Si terrebbe giovedì 27 settembre, la vigilia della fine della sessione.

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KEYSTONE Christian Levrat, ‘senatore’ e presidente del Ps, tra le ‘menti’ della proposta

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