I resti della sinistra tedesca provano a rimettersi In piedi
Berlino – Aufstehen, In piedi. Messa in un angolo dalla crescita impetuosa della destra estrema, la sinistra tedesca prova a mimetizzarsi con l’esistente: ieri a Berlino, Sara Wagenknecht, parlamentare di Die Linke, ha presentato “In piedi”, piattaforma politica che dovrebbe costruire una specie di ponte nel centro-sinistra in Germania, per rafforzarlo e portarlo al governo. Obiettivo dichiarato: mettere fine all’era delle grandi coalizioni cavalcate dalla Merkel. A suo fianco l’ex leader dei Verdi Ludger Volmer, da 13 anni in pensione, e un’ambiziosa sindaca socialdemocratica dello Schleswig-Holstein, Simone Lange. Non che tutta la sinistra l’abbia presa bene. Se non altro perché Wagenknecht, moglie di Oskar Lafontaine, il cui partito, la Linke appunto, accusato di non aver mai fatto bene i conti col passato della Ddr, non si schioda dal 10% di consensi. I socialdemocratici li hanno già bocciati. Idem i vertici degli ecologisti. “La Germania cambia. E cambia in una direzione che molti non condividono. Il clima diventa più ruvido, in qualche caso aggressivo, e i fatti di Chemnitz hanno dimostrato che abbiamo bisogno di una svolta”, ha affermato Wagenknecht. All’origine del malcontento l’insicurezza sociale. “Troppe persone si sentono piantate in asso, si allontanano, non ritengono di essere rappresentate dai politici. E non è solo un sentimento, se il 40% della gente guadagna meno di venti anni fa, nonostante lo slancio economico del Paese”. Auf Wiedersehen.