Parrocchie ferite e confuse
Gordola come Arbedo e Capriasca: nuovi parroci criticati, poi ripresi e collocati altrove dal vescovo
Don Daniele, don Adam e don Gabriele: destini simili per chi ha cercato di cambiare i metodi ma ha incontrato resistenze fra i fedeli
La Curia vescovile dovrà chiarire con i fedeli di Gordola i motivi esatti dell’allontanamento – o dell’induzione alla partenza – di don Daniele dalla Parrocchia. Una partenza decisa dal vescovo in prima persona e avvenuta repentinamente, a soli 8 mesi dall’“entrata in carica” del nuovo parroco, e basata su critiche (anche anonime) riguardante i cambiamenti apportati nella vita parrocchiale e gli atteggiamenti del prete nei confronti di alcune persone all’interno della comunità di fedeli. Un chiarimento è auspicato all’interno del “Gruppo Fedeli di Gordola” che aveva chiesto e ottenuto la convocazione (martedì scorso, 28 agosto) di una seduta straordinaria informativa e consultiva del Consiglio parrocchiale (Cp). Dal verbale della seduta, addirittura pubblicato in rete, emergono alcuni fatti certi: don Daniele non faceva l’unanimità fra i parrocchiani, anche in relazione al suo carattere forte e alla sua decisionalità (approccio che invece andava a genio ad altri, e non pochi, vista la formazione di un nutrito gruppo di sostenitori); non andava d’accordo neppure con il suo vicario, don Carlo, probabilmente per gli stessi motivi; per cercare di uscirne il Cp aveva coinvolto la Curia vescovile e proposto di allontanare entrambi i prelati, facendo anche i nomi di possibili sostituti; la Curia ha poi gestito la situazione “denotando scarsa capacità di comunicazione sia con il Cp, sia nei confronti di don Daniele, sia, e non da ultimo, verso la comunità parrocchiale intera”, stando alla verbalizzazione di quanto affermato dall’ex presidente del Consiglio parrocchiale stesso. “Ex” perché fra le conseguenze di queste spaccature vi sono anche le dimissioni del presidente dal Cp, nonché quelle del sindaco di Gordola Damiano Vignuta, nominato a suo tempo in qualità di rappresentante del Comune e poi sostituito dal vicesindaco Giorgio Carrara. Altri strali verso la Curia (accusata di poca sensibilità e scarsa umanità) sono stati lanciati, in assemblea, dall’influente Armando Züllig, pipidino Doc, ex sindaco di Gordola, che aveva apprezzato e voluto don Daniele nel Consiglio di Fondazione di Casa Solarium, ma si è ritrovato dall’oggi al domani con un parroco con le valigie in mano, probabile destinazione la Sicilia, sua terra di provenienza.
‘Innovatori’ invisi alla Curia?
Il caso di Gordola, evidentemente ancora da digerire all’interno di una comunità in subbuglio – in perenne subbuglio, vien da dire, viste le vicende di tutt’altro tenore, poiché penali, che avevano coinvolto in passato don Bassani e don Casiraghi – presenta similitudini con (almeno) altri due che hanno scosso e rattristato le parrocchie ticinesi. Uno è quello di Arbedo, dove don Adam, giunto in Parrocchia per sostituire (dopo 53 anni) lo storico parroco
precedente, non facendo l’unanimità era stato l’unico a pagare, invitato a spostarsi altrove dal vescovo di Lugano. Il secondo è quello di Capriasca, realtà parrocchiale frammentata, di non facile gestione viste le variegate sensibilità presenti e le consolidate abitudini locali. Anche lì l’“innovatore” di turno (almeno come approccio alla comunità, in base agli standard precedenti), che risponde al nome di don Gabriele, era stato prima ripreso e invitato a smussare certi angoli, poi messo di fronte ad una situazione che secondo il vescovo rischiava di sfuggire di mano. Il risultato: dopo 3 anni di attività, a don Gabriele, propenso a restare, era stato ordinato di partire.