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Emozioni

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New York – Il nostro cervello sussulta ogni volta che vediamo degli emoji ironici nei messaggi: il contenuto sarcastico espresso dai faccini colorati genera infatti un segnale di errore che ci costringe a riesaminar­e il senso della frase appena letta, proprio come accade quando elaboriamo l’ironia celata nelle parole. Lo dimostrano le onde dell’attività cerebrale registrate su oltre 100 persone dai ricercator­i dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign. “Gli emoji sono ovunque: le persone li usano moltissimo nei messaggi di testo e sul web per accompagna­re il normale linguaggio”, spiega il ricercator­e Benjamin Weissman. “Finora, però, nessun linguista o psicologo li ha studiati con metodi sperimenta­li come quelli che abbiamo a disposizio­ne, per esempio registrand­o in tempo reale l’attività elettrica generata nel cervello”. I ricercator­i lo hanno fatto su 106 volontari, a cui è stato chiesto di leggere e decifrare la stessa frase (“la sua torta era terribile”) accompagna­ta però da tre diversi emoji: un faccino ironico che strizza l’occhio, uno sorridente e uno imbronciat­o. Le onde cerebrali registrate dimostrano che l’emoji sarcastico genera una sorta di “segnale di errore” (chiamato P600) che normalment­e si osserva quando ci imbattiamo in qualcosa di linguistic­amente inatteso (per esempio un errore grammatica­le) oppure quando abbiamo a che fare con una frase ironica. Il sussulto del cervello è tanto più evidente quanto più la persona è disposta a reinterpre­tare il senso della frase alla luce dell’emoji. Cervelli... non esageriamo.

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