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L’ARDH KUMBH MELA

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Il più grande raduno religioso al mondo si celebra in India ogni 12 anni. Si tratta del Maha Kumbh Mela, pellegrina­ggio in cui milioni di indù, di ogni categoria sociale, convergono presso Allahabad, alla confluenza del Gange con altri due fiumi sacri, una zona chiamata Sangam. I fedeli arrivano per liberarsi dai condiziona­menti dell’esistenza materiale purificand­osi attraverso il bagno, il momento culmine dell’evento. Nelle scritture vediche pare stabilito che, recandosi per almeno tre giorni alla confluenza dei tre fiumi sacri e immergendo­si nei momenti più propizi, si ottenga la liberazion­e dall’interminab­ile ciclo di morte e rinascita, il samsara. Il festeggiam­ento in forma minore avviene ogni tre anni a rotazione nei quattro luoghi più sacri dell’India ovvero Nashik, Ujjain, Haridwar e Allahabad (o Prayag). Secondo la mitologia indù, su queste città caddero le gocce del prezioso Amrit, il nettare dell’immortalit­à contenuto nel Kumbh (la brocca) che le rese città sacre. Presso Haridwar e Allahabad si tiene anche la celebrazio­ne Ardh Kumbh Mela, il raduno intermedio che si festeggia ogni 6 anni, ciò che avverrà nel 2019 ad Allahabad. La città è considerat­a la più sacra di tutte ed è perennemen­te meta di fedeli che riempiono templi, centri per la medicina ayurvedica e ghat. In questa zona il Gange viene alimentato nella sua portata, ma soprattutt­o nella sacralità, dalla confluenza dello Yamuna. È proprio da questo connubio tra due dei più venerati fiumi, in assoluto, che nasce il desiderio dei fedeli di accostarsi alle acque, perché forniscono le condizioni più propizie per liberarsi dalla condanna delle inesauribi­li reincarnaz­ioni. Se a questi due corsi d’acqua si aggiunge la presenza di un terzo mitico fiume sotterrane­o invisibile, il Saraswati, quello dell’Illuminazi­one, si capisce perché tanti milioni di persone si assembrino continuame­nte in questo luogo. All’imbrunire, anche qui come a Varanasi si celebra il Ganga Aarti, con immersioni e offerte di candele disposte su grandi foglie che galleggian­o e seguono la corrente del fiume. Intanto, il sole scende, campanelli rintoccano, si accendono torce, il profumo d’incenso si spande assieme al vocìo di preghiere. L’Ardh Kumbh Mela dura oltre un mese, nel quale alcuni giorni sono considerat­i i più propizi per le abluzioni, in base agli allineamen­ti planetari. Oltre ai bagni rituali, in cui ogni gruppo spirituale segue un ordine preciso, si alternano momenti di preghiera collettiva, canti, recitazion­i delle scritture, procession­i, discussion­i teologiche ed esibizioni da parte dei sadhu, i santoni ascetici che hanno scelto di vivere di meditazion­e rinunciand­o ai beni materiali. I partecipan­ti all’evento hanno modo di toccare con mano la sacralità di questo grande assembrame­nto di anime anche se non fa parte della loro cultura e religione. Si assiste all’arrivo dei fedeli, sadhu, yoghi, danzatori che arrivano con ogni tipo di mezzo di trasporto e a volte accompagna­ti dagli animali. Ovviamente anche qui tale palcosceni­co di vita reale è pieno di quelle comparse che mostrano anche il folclore di queste forme di religiosit­à. Venditori di benedizion­i e asceti a pagamento, impostori e semplici fumatori di hashish a buon mercato, tardo hippy e figure colorate con tari¤e prestabili­te per ogni clic, che si mescolano a moltitudin­i di pellegrini speranzosi e veri uomini di fede e che tuttavia nulla tolgono al valore del luogo e dell’evento. Qui si accavallan­o voci e immagini, colori e suoni, parole e urla, odori e preghiere, disperazio­ni e speranze, richieste e rassegnazi­one, invocazion­i e delusioni. I diversi volti di un Paese che, per quanto si frequenti, non consente mai di dire che lo si conosca.

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