Casinò: inviati i licenziamenti collettivi
È in viaggio la lettera con cui i dipendenti del Casinò di Campione d’Italia verranno a sapere, ufficialmente, del loro licenziamento. Una missiva con la quale si dà avvio alla procedura collettiva di disdetta dal rapporto di lavoro. Come previsto, e come prassi di legge consolidata – ha reso noto il sito gioconews.it –, i 487 dipendenti, tutti sospesi dal lavoro dopo il fallimento della società di gestione e la conseguente chiusura della casa da gioco avvenuta lo scorso 27 luglio, riceveranno dunque a breve, forse già oggi, la lettera con cui i curatori fallimentari comunicano l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per tutti. “Non si tratta, come da qualcuno paventato ma come chiarito dai curatori fallimentari nel recente incontro con le organizzazioni sindacali – si legge nel portale di informazione sul gioco d’azzardo – di un licenziamento immediato, ma collettivo, per il quale la legge, la 223/91, prevede l’apertura di una procedura che durerà 75 giorni e che si articola, almeno secondo i dettami di legge, in una fase aziendale e, in caso di esito negativo, in una amministrativa”. Campione resta però un caso del tutto sui generis. I dipendenti, infatti, sono attualmente sospesi dal lavoro, non essendoci più “lavoro”, appunto: quelli residenti in Svizzera hanno almeno la prospettiva dell’erogazione del contributo previsto dallo Stato elvetico (peraltro in questi ultimi giorni la decisione è stata fortemente criticata, anche attraverso interrogazioni, dalla Lega dei Ticinesi), mentre i campionesi (ovvero chi risiede nell’enclave), al momento, non percepiscono nulla né alcuna decisione sembra essere alle porte. Le possibilità che si trovi un accordo per salvare i posti di lavoro peraltro sembra oggi nulla. Le strade aperte attualmente restano due: quella legale, con la discussione del reclamo presentato da Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio contro la sentenza che ha stabilito il fallimento della società di gestione, o una via politica, per la quale è necessario il coinvolgimento del governo per superare gli scogli della legge. Sembra però a una condizione: che il sindaco Salmoiraghi si faccia da parte.