Opportunità da cogliere
L’anno scolastico è appena iniziato. Le scuole hanno riaperto i battenti e i motori si sono accessi e surriscaldati in vista della votazione del prossimo 23 settembre 2018, dove le ticinesi e i ticinesi saranno chiamati a esprimersi sul progetto di riforma della scuola dell’obbligo ‘La scuola che verrà’. Il mondo della scuola ci tocca tutti da vicino, perché l’istituzione scolastica è alla base della nostra collettività. Proprio per questo è un tema sensibile e delicato. È quindi più che comprensibile che ci siano delle diffidenze, resistenze e opposizioni alla prospettiva di un cambiamento importante in questo settore. Questo è segno del fatto che tutti teniamo alla scuola e che ognuno la vuole difendere a modo proprio, ognuno sulla base di ciò che ritiene più giusto. L’art. 2 della Legge sulla scuola indica che “la scuola promuove, in collaborazione con la famiglia e con le altre istituzioni educative lo sviluppo economico, di persone in grado di assumere ruoli attivi e responsabili nella società e di realizzare sempre più le istanze di giustizia e di libertà”. Il progetto di riforma si vuole inserire in una linea di continuità con i principi di equità e inclusione. Nel contesto che viviamo oggi risulta fondamentale dedicare attenzione ai bisogni formativi degli allievi e alle loro peculiarità. Vi sono infatti forti differenze che sono date dalla provenienza sociale e culturale, un fattore che spesso si rivela determinante per la riuscita scolastica di uno studente. Il punto è come assicurare un riconoscimento equo delle variegate potenzialità degli allievi senza riprodurre privilegi che non hanno nulla a che vedere con lo sviluppo dei loro talenti e la presa a carico delle loro difficoltà. Per questo occorre lavorare seriamente sul terreno della differenziazione e della personalizzazione, il solo strumento in grado di convertire in risorse quelli che a prima vista appaiono dei limiti. Il credito di 6,7 milioni in votazione il prossimo 23 settembre permetterà la sperimentazione di modalità didattiche e organizzative già in atto nella scuola dell’obbligo, ma estendendole, permettendo così di poter seguire più da vicino il singolo ragazzo secondo i suoi tempi. È un’opportunità da cogliere!