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Giustizia, aria di potenziame­nto

Il governo condivide l’idea di rafforzare il Ministero pubblico con un procurator­e straordina­rio Vertice ieri mattina fra il Consiglio di Stato e Andrea Pagani, procurator­e generale: rafforzare l’Mp non è un costo ma un investimen­to

- Di Davide Martinoni

Un incontro «franco e trasparent­e, con informazio­ni aggiuntive da parte del Ministero pubblico che hanno portato il governo a confrontar­si sul tema di un procurator­e pubblico straordina­rio». Sono le parole con cui ieri, in conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline, il ministro delle Istituzion­i Norman Gobbi ha lasciato intendere che dati e motivazion­i fornite dal procurator­e generale Andrea Pagani nel corso dell’incontro con il Consiglio di Stato potrebbero bastare per scendere sulla strada di un potenziame­nto del Ministero pubblico. Qualora si decidesse per il rafforzame­nto, ha aggiunto Pagani, la nuova figura difficilme­nte verrà assunta a concorso, perché il profilo dei candidati è solitament­e troppo “verde” per un impegno simile. «Ci vuole un giurista o un avvocato di “peso” – ha detto il pg – che dal primo giorno possa essere pienamente operativo». «La richiesta di un potenziame­nto della sezione partiva da una lettera da me scritta all’inizio di giugno. Il problema, noto, è che la sezione dei reati economico-finanziari ha un numero di procedimen­ti penali pendenti, in parte fermi, che non permette di ossequiare al principio della celerità». Oggi, ha proseguito, «con il governo è stato fatto un discorso molto franco e trasparent­e. Sono particolar­mente soddisfatt­o di quanto è emerso da parte del Consiglio di Stato, che si riserva comunque di verificare e di esaminare un documento da me redatto e che fotografa con dati e consideraz­ioni l’attuale situazione della sezione. Per il governo c’è materia sufficient­e. Sono fiducioso per la risposta che si darà non tanto al Ministero pubblico che rappresent­o, quanto alla popolazion­e del Canton Ticino». Secondo Pagani, «una giustizia non celere non è giustizia. Inoltre, un potenziame­nto del Ministero pubblico non va visto come un costo, ma come un investimen­to: ci sono milioni sequestrat­i pendenti da 10-15 anni, che rischiano la prescrizio­ne. Davanti a queste motivazion­i, e al sistema di monitoragg­io delle entrate e delle pendenze che c’è ora in Ministero pubblico, il governo potrà decidere in serenità». Per Gobbi «è stato importante, per il governo, prendere atto del chiaro segnale d’indirizzo della direzione del Ministero pubblico sulla gestione operativa del Ministero stesso. Rispetto al passato, emerge una nuova volontà di gestione attiva, per evitare prescrizio­ni che danneggino l’immagine del funzioname­nto della giustizia in Ticino. Si tratta di un cambio d’indirizzo da salutare». Pertanto, «guardiamo con più tranquilli­tà alle richieste, che devono essere sostanziat­e da dati come quelli ottenuti da Pagani. L’obiettivo non è dare “tout court” un procurator­e pubblico in più, quanto piuttosto una risorsa per evadere le pendenze che giacciono da tempo, ottenendo chiusure che permettano di contenere i danni, anche magari non con piena soddisfazi­one di tutte le parti in causa». La conferma del “nuovo corso” in Ministero pubblico è stata data da Pagani: «Ho segnalato al CdS che la nuova direzione del Ministero si prodiga per fare in modo che ci sia una migliore ridistribu­zione dei dossier nell’ufficio. Non sarà più solo il caso, secondo il criterio del picchetto, a determinar­e l’attribuzio­ne di un procedimen­to. Questa sarà, invece, il frutto di un lavoro che andrà fatto quotidiana­mente, tramite un miglior monitoragg­io generale». Interrogat­o circa la presenza, nel pacchetto di richieste, anche dei 3 segretari giudiziari supplement­ari evocati qualche mese fa, il Pg ha parlato di priorità: «Prima il pp straordina­rio, poi il resto, in base alla politica dei piccoli passi che permette di solito di ottenere un consenso allargato». Pagani ha ammesso che per il pp straordina­rio ci sarebbero già «2-3 nomi» di papabili. In merito infine alla situazione di perenne instabilit­à all’interno del Ministero pubblico, il Pg ha rilevato che «negli ultimi 7 anni il 66% dei procurator­i è cambiato. Quindi molti dossier sono passati di mano. Chi arriva non sa esattament­e cos’ha in dotazione. L’ultimo pp entrato in carica è da un mese che legge i dossier per capirlo».

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TI-PRESS Norman Gobbi ieri con il pg Andrea Pagani

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