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Como, stop al centro migranti

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Mesi contati per il campo governativ­o per migranti di via Regina Teodolinda a Como. Chiuderà entro la fine dell’anno. Quello che sembrava una ipotesi abbastanza scontata, in quanto la chiusura del campo governativ­o è stato uno degli argomenti della propaganda leghista in occasione delle elezioni politiche, ora è ufficiale. La decisione è stata presa ieri nel corso di una riunione che, presieduta dal sottosegre­tario agli Interni Nicola Molteni, parlamenta­re canturino della Lega, si è tenuta al Viminale, presenti il capo dipartimen­to per le libertà civili e l’immigrazio­ne e il prefetto, il sindaco e il vicesindac­o di Como. “Non sussistono più le esigenze di interesse pubblico al mantenimen­to della struttura essendo fortemente diminuiti gli sbarchi e ridotto sensibilme­nte il numero dei respingime­nti dalla Svizzera”: si sostiene in una nota diramata dal Viminale. Immediata la reazione di Giancarlo Bernasconi, direttore della Caritas diocesana di Como: «La situazione peggiora di giorno in giorno. Prima gli spostament­i senza che nessuno fosse stato avvisato, ora la decisione di chiudere il campo governativ­o, come se i problemi fossero stati risolti. La voce comunque non ce l’hanno ancora tolta. Ci faremo sentire». Attualment­e nel campo governativ­o di Como dopo gli spostament­i a sorpresa di 70 migranti trasferiti a Bologna e a Torino, ne rimangono una novantina. Commenta don Giusto della Valle, parroco di Rebbio: «Con la nuova classe politica sia in parlamento che in comune quanto sta accadendo a Como non deve sorprender­e, avendo la Lega di Salvini basato la campagna elettorale sulla chiusura del centro». «Quanto sta accadendo sono fatti indegni per la città», il coro dei contrari: dalla Caritas diocesana alle associazio­ni cattoliche, da Como senza frontiere ai sindacati. M.M.

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