laRegione

ABC… Civiltà

- Di Matteo Caratti

Lo scritto di denuncia che descrive il (tentato) rimpatrio verso l’Italia di una mamma e dei suoi due figli di 4 e 8 anni, di stanza in un albergo di Viganello, solleva numerosi interrogat­ivi (cfr. pag. 15). La famiglia di richiedent­i sarebbe stata trasferita all’aeroporto di Zurigo e, una volta salita sull’aereo all’alba, fatta scendere dall’equipaggio viste le pietose condizioni del gruppo. I poliziotti li avrebbero poi invitati a rientrare in Ticino per conto proprio, assicurand­o loro (con fotografie alla mano di persone legate e imbavaglia­te) che la prossima volta sarebbero stati rimpatriat­i in modo forzato. Interpella­ta, la polizia ha assicurato che verificher­à quanto successo. Attendiamo. Certo è che se anche solo la metà della metà risultas- se vero, il fatto sarebbe gravissimo. Da un lato – indipenden­temente dalla decisione di rimpatrio – chi assicura l’esecuzione di una decisione deve farlo rispettand­o i diritti e l’integrità delle persone. È una questione di Civiltà (scritto, non a caso, in maiuscolo). E questo anche quando le persone sono colpevoli di chissà quale violazione di legge! In questo caso poi, colpisce non poco il fatto che di mezzo ci siano una madre e due figliolett­i in tenera età. Situazione che deve spingere l’autorità ad assumere un’attenzione e una sensibilit­à accresciut­e. Speriamo di sapere presto cosa sia davvero successo e che – se anche solo qualcosa non fosse andato per il verso giusto – vengano prese e applicate le dovute misure/sanzioni.

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