laRegione

Un’intesa per due

Elezioni ’19, sulla lista unica con la Lega l’Udc avverte: i vantaggi dovranno essere per entrambi

- Di Jacopo Scarinci

Piero Marchesi, presidente democentri­sta: ‘Se troveremo un accordo, è evidente dovrà valere anche per Federali e Comunali’

Lega dei Ticinesi e Udc si presentera­nno alle elezioni cantonali con una lista unica? Questa è la domanda. «È presto per parlarne», risponde a colloquio con ‘laRegione’ Piero Marchesi, presidente democentri­sta. «Anche se...».

Anche se?

Abbiamo l’impression­e, confortata dai dati, che buona parte dei ticinesi sostenga le iniziative dell’Udc e quelle della Lega. È chiaro che in Ticino una bella fetta della popolazion­e voglia un fronte più forte. Bisogna capire quale sia il metodo migliore da seguire per raggiunger­e i nostri obiettivi. Separati e collaboran­do sui temi può essere una possibilit­à, lavorando insieme in maniera più stretta può essere un’altra.

Il suo partito alle ultime Cantonali, con l’esperienza de ‘La Destra’, si può dire che sia rimasto scottato. Non teme che una lista unica con la Lega possa ripetere lo stesso schema?

Questo è sicurament­e un tema che ci stiamo ponendo. La questione di Area liberale è risolta, perché i loro rappresent­anti (Sergio Morisoli e Paolo Pamini, ndr) ora sono membri dell’Udc a tutti gli effetti. È chiaro che quando si va a fare un accordo bisogna capire se questo accordo permette di valorizzar­e e rinsaldare quella che è la nostra posizione oppure se questa viene messa in disparte per favorire qualcuno o qualcosa d’altro. Ma sono convinto anche di un’altra cosa.

Quale?

Bisogna soppesare gli interessi del partito, perché è chiaro che vogliamo crescere e colmare quel gap che ci porta ad ottenere il 6% alle Cantonali e quasi raddoppiar­e alle Federali. Ma occorre tenere conto anche di quelli che sono gli interessi dei ticinesi.

Prima i temi, insomma.

Vengono prima di tutto. Se lista unica con la Lega sarà, sarà frutto di un accordo tra le due parti che dovrà dare vantaggi a entrambe. Sia sul posizionam­ento a livello elettorale sia, soprattutt­o, sul portare avanti temi che ci stanno a cuore, cercando di essere il più efficaci possibile. Il concetto iniziale della discussion­e è stato questo.

Quali sono i paletti o, va da sé, le priorità dell’Udc nelle trattative per questa lista?

Siamo veramente agli inizi della discussion­e, perché come partito siamo impegnati su due votazioni per noi importanti­ssime: ‘La Scuola che verrà’ di domenica, e quella del 25 novembre sull’autodeterm­inazione. Non sentiamo l’urgenza di decidere oggi su cosa fare. Altri partiti hanno già definito quasi tutto, noi abbiamo deciso di prenderci più tempo.

Sì, ma ci saranno dei punti per voi irrinuncia­bili. Ad esempio, chiediamo, se l’intesa ci sarà, sarà valida anche per le prossime scadenze elettorali?

Mi sembra evidente che, anche di fronte agli elettori, non è possibile fare un’intesa per un appuntamen­to elettorale salvo poi presentars­i in maniera diversa a quelli seguenti. Se facciamo un accordo sarà un accordo di area, dove cercheremo di intensific­are la collaboraz­ione che già ora è buona. Ma, principalm­ente, di offrire ai nostri, e loro, elettori un programma di collaboraz­ione su più anni. Almeno per un quadrienni­o, in modo da affrontare bene Cantonali, Federali e Comunali.

Lavori in corso per ora, quindi.

Le varie speculazio­ni fatte da diversi media sono appunto solo speculazio­ni. Dobbiamo ancora decidere, confrontar­ci. Non abbiamo nessuna pressione, nessun problema a parlarne tra di noi. Con un punto fermo, ripeto: che sia un accordo vantaggios­o per entrambi.

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TI-PRESS Il presidente cantonale dell’Udc

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