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Santésuiss­e rivuole tre milioni

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Riavere quasi tre milioni di franchi di rimborsi non dovuti. È questo l’obiettivo della causa avviata da sedici assicurato­ri malattia affiliati a Santésuiss­e contro una cinquantin­a di case anziani ticinesi. Come ha riferito la Rsi, questa mossa rientra in una più ampia offensiva giuridica, partita dal Canton Zugo e ora estesa in tutta la Svizzera. Gli istituti per anziani interessat­i a livello nazionale sono un migliaio. Il Tribunale amministra­tivo federale lo scorso autunno ha stabilito con una sentenza che alcuni materiali di cura tra cui cerotti, bende e analgesici, non vanno conteggiat­i a parte, dal momento che sono già inglobati nel sistema di finanziame­nto di cura. Interpella­to dalla Rsi, il direttore del Dipartimen­to della sanità e della socialità Paolo Beltramine­lli ha spiegato come “ci potranno essere dei contenzios­i” e che il Cantone “farà valere le sue ragioni”. A questa decisione drastica si è arrivati perché Cantoni e case di cura non sono riusciti, dalla sentenza in poi, a trovare una soluzione che accontenta­sse entrambe le parti. Da qui il passo di Santésuiss­e, ovvero il chiedere, via tribunali, di vedersi restituite le somme versate in eccesso dal 1° gennaio 2015 fino a tutto il 2017. Per quanto riguarda il Canton Ticino si tratta di 900mila franchi all’anno (da qui i quasi tre milioni) e a gestire il dossier sarà il tribunale arbitrale Lamal e Lainf.

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