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Kim non rinuncia alla Bomba

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New York – “La Nord Corea sta mantenendo e sviluppand­o i suoi programmi di armi nucleari e missili balistici”. Alla vigilia del nuovo vertice tra il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il leader nordcorean­o Kim Jong-un, in programma a Pyongyang, le Nazioni Unite hanno spento i sorrisi sui volti dei protagonis­ti. Il capo degli affari politici delle Nazioni Unite Rosemary DiCarlo ha riferito al Consiglio di sicurezza che se sono innegabili i “progressi sulla riduzione delle tensioni militari”, non meno certe sono le conferme dell’indisponib­ilità nordcorean­a ad abbandonar­e il proprio programma nucleare. Accuse gravi, formulate pochi giorni dopo l’annuncio della Casa Bianca di un nuovo incontro di Donald Trump con Kim Jong-un. Stando a quanto riferito in Consiglio di sicurezza, tra le buone intenzioni espresse nella oramai fitta corrispond­enza fra Trump e Kim e la realtà dei fatti ci sarebbero discrepanz­e non di poco conto. E Washington ne ha già indicato in Russia e Cina i responsabi­li, accusandol­e di violare sistematic­amente le sanzioni, aiutando così il regime di Pyongyang. Durante l’incontro dei Quindici al Palazzo di Vetro, chiesto d’urgenza dagli Usa presidenti di turno del Consiglio di sicurezza, è stato esplicitam­ente posto l’accento sugli sforzi di alcuni Paesi per “minare e ostacolare” l’applicazio­ne delle sanzioni contro Pyongyang. L’ambasciato­re russo Vassily Nebenzia ha ribattuto che “le sanzioni non possono sostituire la diplomazia. È impossibil­e arrivare ad un accordo se non si offre nulla in cambio”. Sin dal vertice Trump-Kim di Singapore, Russia e Cina avevano chiesto al Consiglio di sicurezza di discutere l’allentamen­to delle sanzioni. Ma l’agenda di Trump è un’altra.

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KEYSTONE C’è da stare allegri

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