Le future norme mirano alle società ‘bucalettere’ diffusissime in Ticino
Al di là del caso specifico, quello che emerge dalla decisione della Finma è che ci sono casi di corruzione internazionale potenzialmente pericolosi per la reputazione della piazza finanziaria svizzera. E le contromisure spesso arrivano tardi. Lo scandalo Petrobras, per esempio, tocca decine di banche (ricordiamo che lo scorso febbraio alla Pkb di Lugano la Finma ha confiscato 1,3 milioni di franchi di utile in rapporto proprio a relazioni con Petrobras, ndr). Anche la ex Bsi, ora confluita in Efg International, è stata sfiorata dallo scandalo del petrolio brasiliano costato, tra l’altro, la carica a ben due presidenti brasiliani (Dilma Rousseff e Lula Da Silva). Il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto negli ultimi anni, in relazione al caso Petrobras e Pdvsa, 82 procedimenti penali e 88 persone sono state indagate. In totale sono quasi 500 le relazioni d’affari sotto osservazione che riguardano ben 50 banche svizzere. Finora, inoltre, sono stati sequestrati averi per circa 900 milioni di franchi. Ma è anche il sistema di bonus a essere sotto accusa. Nel caso Credit Suisse-Petrobras è emerso che un consulente alla clientela “di successo”, già condannato penalmente, ha violato per anni le prescrizioni in materia di compliance della banca. Anziché richiamarlo all’ordine e in modo adeguato, la banca lo ha premiato con retribuzioni elevate. «Un caso che fa capire ancora una volta che il sistema dei bonus nel private banking è potenzialmente criminogeno», commenta Paolo Bernasconi, docente di diritto al Centro di studi bancari di Vezia. Per Bernasconi serve più moderazione salariale in questo ambito. Interventi legislativi sono comunque attesi nei prossimi mesi. «Il Consiglio federale ha messo in consultazione un progetto di riforma della legge contro il riciclaggio di denaro e tra le proposte – consigliate dal Gafi (Ocse) – c’è quella di sottoporre (dal 1.1.2020) a obblighi di diligenza (oggi esclusi) chi fornisce servizi per la costituzione, la gestione e l’amministrazione di società non operative in Svizzera (società ‘bucalettere’, ndr)», continua il professor Bernasconi. Il Ticino – precisa l’esperto – è in cima alle classifiche nazionali per questo tipo di società non sempre cristalline.