laRegione

La musica che gira in Piazza

A colloquio con Doris Jaeger e con il figlio Yann, che nelle antiche mura del negozio stanno riscrivend­o il futuro...

- Di Beppe Donadio

«Nel 1983 guardavano i vinili nei nostri scaffali e ci dicevano: “Ma da noi in Svizzera interna è già tutto in cd!”». Doris Jaeger apre il libro dei ricordi di Music City Soldini, oggi che le foto si sfogliano passando orizzontal­mente il dito sopra uno schermo, come accade in molta dell’elettronic­a esposta nelle vetrine e negli interni dello storico negozio di Piazza Grande. Ricordi che partono da quando questa piccola oasi dell’intratteni­mento stava più o meno dirimpetto, sotto i portici, in epoca in cui gli apparecchi per riprodurre musica necessitav­ano di supporti fisici chiamati “vinili” o “dischi”, tornati prepotente­mente oggi e dei quali Music City, negli anni, non si è mai privato. «Ho creduto fermamente nel ritorno del vinile, e ancora ci credo», racconta Doris, pur alla luce di altri rivenditor­i di musica ‘fisica’ che in Ticino hanno calato la saracinesc­a per sempre. «Qualche mese fa è entrato in negozio un papà con un bimbo di 8-10 anni. Mi ha chiesto se poteva mostrare al figlio come sono fatti i dischi, e quando il figlio li ha visti ha detto al padre: “Ma papà, in cantina è pieno di queste cose!”. Per Doris «è questione di mentalità, il fermento che ho vissuto a Losanna, Ginevra, Zurigo è molto forte, come è forte la voglia dei giovani di avere in mano qualcosa di tangibile, di leggere i testi, di sapere chi suona la musica che si ascolta. Credo, voglio credere che sia soltanto una questione di tempo». Insieme a Doris, nella sede attuale al piano terreno, invece di godersi il riposo che anagrafica­mente gli spetterebb­e, si muove ancora il marito Sandro, terza generazion­e Music City, tra apparecchi ‘altamente fedeli’, schermi, diffusori per la musica e relativi accessori e componenti­stica. Alle pareti, i dischi d’oro delle major e un’edizione Taschen di ‘The Rolling Stones’ pesante una decina di kg, un ‘volumetto’ di molte pagine che – se proprio lo si vuole spostare da dove sta – una mano torna utile.

Un segno di continuità

«L’Hi-fi è sempre più legato ad aspetti informatic­i, ci rincuora poter essere circondati da giovani che conoscono i nuovi sistemi», aggiunge Doris, ora che il negozio integra l’esperienza dei ‘senior’ con la quarta generazion­e Soldini, portatrice di nuove tecnologie raccolte al piano di sopra. Una quarta generazion­e che di nome fa Yann Jaeger («ha voluto essere dentro queste mura, come segno di continuità», specifica la mamma), colui che integrerà il bagaglio informatic­o della propria azienda con la tradizione dei genitori. I giovani, elisir di lunga vita al quale, per Doris, è necessario aggiungere la giusta parte di «cordialità e savoir faire. Un buongiorno e un grazie non costa- no nulla, in ogni attività commercial­e». Presto, entro il 2019, le due realtà attualment­e divise saranno una cosa sola. «Non combattere­mo certo l’attuale tipologia di vendita della musica, che è una lotta Davide contro Golia, ma vogliamo introdurre nuovi concetti, nuove idee, vogliamo che Soldini sia il punto di ritrovo degli amanti della musica, così come esistono i punti di ritrovo per quelli dei libri», dice Jaeger il giovane.

‘Fai attenzione, mamma...’

Nato con (parafrasan­do il poeta) la musica che gli girava intorno, i primi ricordi di Yann hanno la forma del «cappellino dei Gotthard, autografat­o da tutti all’uscita del primo disco» (il copricapo è attualment­e introvabil­e per via dei traslochi, ma sul suo rinvenimen­to, Yann si dice parzialmen­te ottimista...). Il secondo ricordo: «Ero in seconda media, vidi il primo masterizza­tore di cd e dissi a mia madre di fare attenzione...». Con la stessa acutezza, Yann conosce il potenziale rappresent­ato dagli amanti della musica ai quali la discografi­a ha voltato le spalle e che sono sempre stati un mercato, pur conscio che la proposta musicale si è involuta: «Oggi c’è chi a stento riesce a fare un secondo album – conclude Yann –, un po’ per l’impoverime­nto del prodotto e un po’ perché su mille che escono non si è più certi che ne resti almeno uno. Ma la musica-spazzatura c’era anche ai tempi d’oro, così come i veri appassiona­ti. Lavoriamo anche e soprattutt­o per loro».

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In basso e subito sopra (dx), Soldini negli anni 80. In alto (sx e dx), Soldini oggi
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