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Viganello, un ‘rimpatrio disumano’

- Di Alfonso Reggiani

«Confermo che è stata accompagna­ta per un rimpatrio una donna con i due figli da un albergo nell’ambito di una procedura ordinata dall’autorità federale: la Sem (Segreteria di Stato della migrazione). In merito alle modalità dell’operazione, è in atto una valutazion­e di dettaglio». Questa è la posizione di Renato Pizzolli, portavoce della Polizia cantonale in merito alla segnalazio­ne inviataci da sette cittadini (Francine Rosenbaum, etnologope­dista; Romina Gentilini-Mengoni, referente intercultu­rale per le scuole; Elena Conelli, psicoterap­euta; Sultan Filimci, docente di scuola media; Lara Robbiani Tognina, attiva in ambito sociale e umanitario; Paolo Buletti, logopedist­a; Simone Cornaro, oftalmolog­a) che hanno ferocement­e criticato le modalità dell’operazione andata in scena alle 2 di notte (fra l’11 e il 12 settembre) all’albergo La Santa di Viganello: le forze dell’ordine hanno “prelevato una madre eritrea con due bambini di 8 e 4 anni trasportan­doli con la forza all’aeroporto di Zurigo per dare seguito a una decisione squinterna­ta di espulsione verso l’Italia”. Non solo. “La polizia ha in seguito costretto la madre, in lacrime, e i due bambini che vomitavano a salire su un aereo. All’alba l’equipaggio li ha fatti scendere. La polizia ha avvertito la madre che l’avrebbero riportata sull’aereo la settimana prossima e l’ha lasciata sola con i bimbi dicendole di arrangiars­i ad arrivare in Ticino. Poi, un’agente di Polizia aeroportua­le ha mostrato alla madre e ai suoi due bambini una foto di una persona con mani e gambe legate e occhi bendati gridando: ‘La prossima volta vi metteremo sull’aereo così’. I sette cittadini non si riconoscon­o in questo “scoraggiam­ento sistematic­o della speranza, in questo palese disprezzo dei diritti dei bambini, in questa mancanza di riguardo per l’umanità fragile”. E chiamano in causa i poliziotti intervenut­i e chi richiede e legittima questa violenza istituzion­ale”. «La donna con i due bambini è stata accompagna­ta all’aeroporto in esecuzione di una decisione della Sem. La Polizia cantonale ha applicato la procedura prevista in questo genere di situazioni. Non si è trattato di un rimpatrio forzato ma di un normale volo. Al momento del rifiuto esplicito da parte della donna, il trasporto è stato annullato». Ora che succederà? «Sarà ancora la Sem a dover valutare la situazione – risponde Pizzolli –. Il gradino successivo potrebbe essere un rimpatrio forzato».

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TI-PRESS L’aeroporto di Kloten

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