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Gerente e gestore non fanno i conti con il giudice Condannato ed espulso spacciator­e di cocaina

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Gerente e gestore non hanno fatto i conti con il giudice. Nei giorni scorsi alla Pretura penale di Bellinzona è approdato un caso emblematic­o di una situazione molto diffusa in tutto il cantone. Per aprire un esercizio pubblico occorre la patente, ossia l’autorizzaz­ione per la gerenza, e la legge impone la presenza alla persona che ha conseguito l’attestato. Spesso però chi apre non ha la patente e paga qualcuno che detiene l’autorizzaz­ione ma non è presente al locale come indicato dal contratto. Un contratto di lavoro a tempo pieno (4’000 franchi al mese come da Ccl) depositato all’Ufficio permessi di Bellinzona che contiene informazio­ni sbagliate perché in effetti il gerente non c’è sempre, non assolve la sua funzione di garante, come indicato nella legge, e riceve soltanto 1’500 franchi al mese. Una situazione che configura il reato di conseguime­nto fraudolent­o di falsa attestazio­ne. Le due persone attive nel Luganese sono state condannate entrambe a pene pecuniarie. Ieri, invece, la Corte delle Assise correziona­li di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani ha condannato a 20 mesi di reclusione sospesi con la condiziona­le per un periodo di prova di tre anni un italiano di 37 anni residente in Italia per aver spacciato 390 grammi di cocaina a consumator­i locali. L’uomo, che ha ammesso i fatti, è stato fermato lo scorso 3 luglio, ora sarà scarcerato ma dovrà tornare in Italia. È stato infatti espulso dalla Svizzera per cinque anni.

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