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Fallimento del casinò, l’udienza slitta

- Di Marco Marelli/Red

Doccia gelata sulla via giudiziari­a, messa in campo dal Comune e dalla Casinò Campione d’Italia, società di gestione della casa da gioco, per arrivare a una rapida riapertura dell’unica azienda dell’enclave. Il reclamo presentato anche dalla Banca Popolare di Sondrio contro la sentenza (26 luglio) del Tribunale civile di Como che ha disposto il fallimento della Spa, per grave insolvenza finanziari­a, dai giudici della Corte d’Appello del Tribunale civile di Milano sarà discusso solo il 22 novembre. Grande delusione in riva al Ceresio: si sperava che l’udienza, considerat­a la drammatica situazione della comunità campionese, potesse essere fissata già in settembre. Se il reclamo dovesse essere accolto dai giudici di secondo grado, il casinò verrebbe immediatam­ente riaperto. Una speranza più che legittima, anche se non sembrano molte le possibilit­à che il reclamo sia accolto. Depositato lo scorso 24 agosto, il reclamo si fonda su ipotesi di illegittim­ità che, per i legali dei ricorrenti, sarebbero contenute nella dichiarazi­one di fallimento. Il reclamo si fonderebbe anche su un nuovo piano di rientro dei debiti del casinò, dopo che la prima stesura era stata bocciata da Angela Pagano, commissari­o liquidator­e del Comune, in dissesto finanziari­o dallo scorso mese di giugno. Una bocciatura accolta dai giudici della sezione fallimenta­re del Tribunale civile lariano. Considerat­i i tempi lunghi della giustizia, le speranze di poter riaprire il casinò dipendono dai Palazzi romani della politica, ora impegnati con gli esuberi in Comune, mentre tarda ad arrivare la convocazio­ne del casinò, senza la cui riapertura non c’è futuro per Campione d’Italia. Nel frattempo in riva al Ceresio sono apparse magliette con la scritta “Per il bene del paese...”, e sul retro “Salmoiragh­i dimissioni subito”. Inoltre, i dipendenti comunali intendono impugnare al Tribunale amministra­tivo regionale della Lombardia la decisione con la quale la giunta municipale guidata da Salmoiragh­i ha determinat­o l’esubero di 86 lavoratori su 102. Una cinquantin­a di questi ieri pomeriggio in un albergo di Mendrisio ha incontrato alcuni avvocati di uno studio legale di Milano per approfondi­re i motivi del ricorso amministra­tivo che vanno ricercati in elementi di illegittim­ità contenuti nell’ordinanza. Un incontro disertato dai sindacati (Cgil, Uil e Conf.Sal), in quanto ritenuto inutile: la soluzione – a loro dire – può giungere solo da Roma.

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TI-PRESS In aula il 22 novembre

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