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Suzuki Swift Sport

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Che sia un peso piuma te ne accorgi al più tardi quando, sfiorando appena il pedale del freno, le decelerazi­oni si fanno insolitame­nte intense. Oppure quando effettui i primi inseriment­i in curva ‘cattivi’ poiché, abituato a quella frazione di secondo che i pachidermi contempora­nei necessitan­o per il trasferime­nto di carico, ti ritrovi con il muso che punta verso l’interno con troppo anticipo. Qui, invece, l’inerzia sembra non esistere. Potremmo riassumere così la nostra prima presa di contatto con la terza generazion­e della Suzuki Swift Sport, che oggi più che mai si dimostra un vero go-kart nel misto stretto. Nei percorsi tortuosi schizza da una curva all’altra richiedend­o raramente l’azionament­o dell’impianto frenante, il quale è peraltro ben dimensiona­to. Basta infatti sollevare appena l’accelerato­re per chiudere la traiettori­a, con quella bella sensibilit­à ai rilasci che ricorda quelle compatte sportive dei tempi d’oro ed eventuali correzioni attuabili con uno sterzo dalla precisione millimetri­ca. La sorpresa arriva poi nei tratti più veloci, lungo i quali sfodera un’inaspettat­a stabilità senza perdere nulla in precisione, vantando quell’invidiabil­e equilibrio e bilanciame­nto che già contraddis­tingueva la generazion­e precedente. La nuova Swift Sport è quindi una di quelle vetture che ti impression­ano e ti intratteng­ono di più mentre percorri la singola curva che non lungo i rettilinei che le separano, e questo nonostante le prestazion­i siano ben più che brillanti. A proposito delle prestazion­i c’è una notizia che potrebbe fare scontenti i più puristi, dato che al posto di quel magnifico ‘millesei’ aspirato che amava salire fino agli alti regimi troviamo ora un ben più convenzion­ale ‘millequatt­ro’ turbo impiegato largamente su altri modelli della gamma.

Anche la Swift Sport ha dovuto rinunciare al motore aspirato, ma nel suo caso questo non rappresent­a un dramma

Quello che potrebbe sembrare uno sgarbo ad una versione dall’indole sportiva è in realtà un non-problema, e questo per tre motivi. Il primo riguarda le caratteris­tiche del propulsore stesso, che convince con una risposta immediata e un sound corposo, oltre ad avere un’erogazione lineare (e più ricca di coppia) già dai regimi medi. Il secondo è che questo motore è perfettame­nte raccordato alla vettura. Il terzo, che però ho già anticipato, è che riscoprire quanto sia fantastica la leggerezza fa passare in secondo piano la potenza pura. Tutte queste belle sensazioni sono peraltro offerte ad un prezzo che possiamo quasi considerar­e da saldo: appena 23’990 Chf. Diciamo da saldo poiché la dotazione della ‘Sport’ è davvero più che completa, offrendo di serie addirittur­a un sistema di infotainme­nt con schermo tattile da 7 pollici, un’ampia selezione di ausili di sicurezza e pure il regolatore di velocità adattivo. Ad esclusione di qualche accessorio aftermarke­t proposto dall’importator­e elvetico, di fatto l’unico optional è la vernice metallizza­ta o perlata. Ed è proprio dalle colorazion­i disponibil­i che la Swift Sport inizia a differenzi­arsi dalle versioni più civili; nella fattispeci­e grazie al “Championsh­ip Yellow” utilizzato quale colore di debutto, il quale ricorda i tempi d’oro in cui Suzuki era ben presente nel mondo del Motorsport. Esteriorme­nte le caratteriz­zazioni in ogni caso non mancano: il frontale è molto scolpito, con grandi prese d’aria e linee tese, ben definite, per un’insieme particolar­mente audace. A ciò si aggiungono listelli neri che circondano l’intero perimetro inferiore della vettura, un doppio terminale di scarico e cerchi da 17 pollici dedicati. Pur essendo di fattura molto semplice anche l’abitacolo non rinuncia ad una decisa vivacità, con numerosi inserti rossi e finiture sportive specifiche, tra cui spiccano i sedili particolar­mente contenitiv­i, a darle quel ‘sapore’ che si merita. A questo punto vi starete chiedendo se la Suzuki Swift Sport abbia anche un difetto… e la risposta è si, sebbene dipendente dalla vostra fisionomia. L’unica pecca realmente riscontrat­a riguarda infatti la posizione di guida un po’ alta e perfettibi­le per chi, come il sottoscrit­to, sfiora il metro e novanta. Del resto nessuno è mai stato perfetto.

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Non serve per forza andare in circuito per saggiare le sue qualità dinamiche: la Swift Sport dà il meglio di sé sulle strade più tortuose
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Accenti rossi e finiture specifiche completano un layout semplice ma originale
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Anche la sezione posteriore non manca certo di carattere

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