La stanchezza di Schneider-Amman
Sorgono dubbi sul fatto che il consigliere federale possa terminare la legislatura
Johann Schneider-Ammann è stanco. Stando alla ‘Schweiz am Wochenende’ di sabato scorso il consigliere federale si sarebbe addormentato a diverse conferenze. Pure ‘Le Temps’ di ieri conferma: lunedì a una tavola rotonda sul turismo il ‘ministro’ dell’economia si sarebbe assopito. Il quotidiano romando si chiede quindi se il suo stato di salute – problemi al riguardo sono stati più volte smentiti dal diretto interessato – riuscirà a terminare la legislatura (dicembre 2019). I dossier aperti che lo riguardano sono infatti diversi: dall’agricoltura, alle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone, fino ai criteri di autorizzazione per esportare armi. Secondo la ‘Schweiz am Wochenende’, Schneider-Ammann si sarebbe addormentato lo scorso 31 agosto durante i colloqui di Von Wattenwyl, a una seduta della commissione dell’economia lo scorso 4 settembre e anche più volte durante sedute del Consiglio federale. Il settimanale svizzerotedesco ha tuttavia rilevato che l’agenda del ‘ministro’ dell’economia è molto fitta: prima delle vacanze estive è stato in Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan in poco più di una settimana; le sue vacanze di 14 giorni nell’Oberland bernese le ha trascorse in parte incontrando alti rappresentanti degli imprenditori, di Travail.Suisse e dei Cantoni per raggiungere un compromesso sulle misure di accompagnamento; e in seguito, all’inizio del mese, è stato in Cina. Durante questi viaggi le giornate possono anche iniziare alle 5 del mattino e durare fino a 14 ore. Insomma si tratta di uno sforzo fisico non indifferente per un 66enne. Per ‘Le Temps’ la questione è quindi se il consigliere federale potrà effettivamente portare a termine il suo mandato. Schneider-Amman ha però più volte affermato che intende ritirasi alla fine del 2019: vuole ancora “fare qualcosa per i contadini”. Ci sono poi altri importanti dossier aperti: come le trattative con l’Unione europea sulle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone – boicottare dai sindacati –, così come l’allentamento dei criteri per poter esportare armi. Quest’ultimo tema sarà oggetto di un dibattito urgente al Consiglio nazionale il prossimo 26 settembre. Sarà un buon banco di prova.