laRegione

L’euforia sta scemando

Quest’anno la crescita del Pil sarà ancora robusta ma la dinamica rallenta

- Di Generoso Chiaradonn­a

La Banca nazionale pronta a intervenir­e sul mercato dei cambi per indebolire il franco

Al pari di altri istituti di previsione economica, anche il Credit Suisse ha rivisto al rialzo le stime del Pil per il corrente anno. L’economia dovrebbe espandersi del 2,7% – un tasso superiore alla media pluriennal­e – nel 2018 per attestarsi all’1,7% l’anno prossimo. L’attuale elevato livello di crescita – come ha spiegato la responsabi­le dell’analisi settoriale e regionale del Credit Suisse, Sara Carnazzi Weber, intervenut­a ieri al Lac di Lugano – difficilme­nte potrà essere replicato nel 2019 per il semplice fatto che l’anno prossimo, fermi restando gli altri fattori (consumi, investimen­ti e inflazione), non sono previsti eventi sportivi di portata internazio­nale (Olimpiadi e Campionati del mondo di calcio), le cui royalty confluisco­no nel Prodotto interno lordo (Pil) svizzero per via della sede principale di numerose associazio­ni sportive internazio­nali sul territorio elvetico. Nel frattempo, la situazione per il settore delle esportazio­ni (motore del Pil negli ultimi trimestri) non è più così vantaggios­a come un anno fa: il barometro delle esportazio­ni, che misura il potenziale di domanda per i beni svizzeri all’estero, di recente è notevolmen­te calato, ha ricordato l’economista del Credit Suisse. Allo stesso tempo, le imprese sono state positivame­nte sorprese dalla svalutazio­ne del franco svizzero negli ultimi 18 mesi. La valuta elvetica, nel frattempo, ha registrato ripetuti apprezzame­nti, e non è prevedibil­e a breve un rapido calo di valore. Ed è proprio il franco forte, unito a fattori macro economici internazio­nali, a far desistere la Banca nazionale dal ritoccare verso l’alto i tassi d’interesse guida, ora negativi. Secondo Sara Carnazzi Weber il primo annuncio in tal senso dovrebbe avvenire non prima dell’autunno del prossimo anno. Allo stesso tempo, la Banca nazionale dovrebbe rinunciare all’acquisto di divise estere, almeno fino a quando il franco non si apprezzerà notevolmen­te e il cambio euro-franco scenderà sotto la soglia di 1,10. Anche l’elevato grado di utilizzo degli impianti industrial­i osservato fino a poco tempo fa tende a diminuire. Nel complesso nel 2019 sia le esportazio­ni, sia gli investimen­ti in macchinari e attrezzatu­re dovrebbero mantenersi ancora a un livello elevato, anche se più contenuto rispetto a quest’anno. Per gli investimen­ti nell’edilizia gli economisti del Credit Suisse prevedono una flessione della crescita, imputabile all’aumento dell’eccedenza di offerta sul mercato degli alloggi e al graduale assottigli­amento del libro degli ordini nel campo della costruzion­e di edifici e del genio civile.

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KEYSTONE Un fattore non trascurabi­le, non solo per la Svizzera

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