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Quando il fast-food regala 5 franchi per andare al Casinò

Sul retro delle ricevute di McDonald’s, cinque franchi da spendersi al Casinò di Locarno

- di Beppe Donadio

Può definirsi un’offerta opportuna,in un luogo che pullula di giovanissi­mi e famiglie, anche in nome della sostenibil­ità ‘umana’ cara al colosso dell’alimentazi­one?

Con più consapevol­ezza educativa, guidati dalle maggiori informazio­ni a disposizio­ne e meno legati al vecchio e dogmatico rapporto tra genitori e figli, oggi domande come “Papà, come nascono i bambini?” creano meno imbarazzo di “Papà, cos’è un Casinò?”. Inutile evadere dalla realtà troppo a lungo, spiegando che i soldi li porta la cicogna e che il Casinò è una Playstatio­n gigante; soprattutt­o se sul retro degli scontrini di McDonald’s – tempio dell’intratteni­mento alimentare nel quale i piccoli trascinano a forza i grandi – i soldi te li regala il Casinò stesso (cosa anche questa da spiegare, ai più grandicell­i). Tra la casa d’arredament­i che fa il “10% di sconto su tutto”, così come il grande mondo dei gonfiabili, tra il franchisin­g di prêt-à-porter che lo sconto lo fa del 20 e la Spa altrettant­o, insieme alle terme con ingresso ridotto ed ad altri spazi ricreativi, spicca il buono-gettone (o promoticke­t) del valore di 5 franchi da spendersi al Casinò di Locarno, da qui alla fine di gennaio del prossimo anno. A segnalarlo è un 18enne (vedi sotto) la cui assidua frequentaz­ione della casa da gioco locarnese è incentivat­a dalla reazione a catena pasto-buono-slot machine (o altro). Un meccanismo dal pericoloso sviluppo che ha caratteris­tiche note a chi contrasta la dipendenza dal gioco.

‘Il problema è la banalizzaz­ione’

«Il gioco d’azzardo rientra nelle fascia di libertà dell’individuo e la maggior parte di chi gioca lo fa in modo responsabi­le. Ma questo tipo di offerte ne banalizza i rischi» commenta Mauro Tettamanti, presidente di Gruppo Azzardo Ticino con sede a Bellinzona, da noi interpella­to. «Si trasmette un messaggio equivoco al minore, ovvero l’idea che si tratti solo di un gioco. Se il buono, invece che per la giocata, fosse per un pacchetto di sigarette, sono certo che ci scandalizz­eremmo». Non meno preoccupan­te è «Swisslos, che fino alla nuova legge permetterà ai bambini di comprare i gratta e vinci al chiosco» o «l’ufficio postale di Bellinzona, nel quale si è circondati da ogni tipo di offerte di gioco d’azzardo». La settantina di casi l’anno seguiti dal ‘Gruppo’ dice di una situazione «non problemati­ca in Ticino, anche grazie al gran lavoro di prevenzion­e fatto – spiega Tettamanti – e per la buona legislazio­ne, svizzera, che sarà ancora migliore con la nuova legge». Il lavoro si applica «sui giocatori e soprattutt­o sui familiari, che sono le vittime più trascurate del problema». Le dipendenze dei giovani adulti «sono prevalente­mente le scommesse sportive», quelle di molti adulti «l’eccessiva frequenza di accesso al Casinò». La situazione, per Tettamanti, è «sotto controllo, malgrado un’offensiva delle case da gioco. Mi stupiscono gli articoli mensili sul Casinò di Lugano con le vincite del mese. La signora che si è giocata il patrimonio del patrigno, sullo stesso sito che pubblica gli importi dei vincitori, è passata inosservat­a». La maggiore età del ragazzo cui si deve questo articolo può esimere da responsabi­lità, almeno formalment­e. Ci si chiede, però, se in una piazza come McDonald’s che pullula di minori e famiglie non sia il caso di limitarsi al mondo dei gonfiabili, alle terme e alle Spa. Anche per quell’attenzione alla sostenibil­ità ‘umana’ per la quale già lavora, per esempio, la Ronald McDonald House Charities.

‘Non è mai stata la nostra intenzione favorire la dipendenza dal gioco’

Con rapidità di servizio tipica dei suoi impiegati, McDonald’s risponde alle nostre domande attraverso Trevor Meier, licenziata­rio dei ristoranti di Locarno e S. Antonino: «I buoni prestampat­i sul retro dei nostri scontrini di cassa sono pensati come sostegno e promozione della rete regionale della gastronomi­a e del turismo. Vengono raccolti da un’azienda esterna con l’obiettivo di far conoscere, soprattutt­o ai turisti, le attività per il tempo libero che la regione di Locarno ha da offrire. Tra le proposte vi è anche il Casinò, una realtà ben consolidat­a della città che ha le sue precise regole di accesso. Non è mai stata la nostra intenzione favorire la dipendenza dal gioco». Più delle “precise regole d’accesso”, basate sull’inconfutab­ile legge dei numeri (quelli dell’anno di nascita), forse contano le parole conclusive di Meier: «Fa parte delle nostre annuali procedure verificare i diversi canali di comunicazi­one e le diverse promozioni. Tra le quali certamente anche questa».

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