laRegione

Inge Feltrinell­i, una vita per i libri

È morta ieri, all’età di 87 anni, Inge Feltrinell­i. Alla guida della casa editrice dopo il decesso, mai chiarito, del marito nel 1972, ha innovato profondame­nte il mondo dell’editoria, facendo conoscere in Italia molti autori stranieri e portando nel mond

-

È morta ieri Inge Feltrinell­i, grande protagonis­ta della cultura del Novecento. Dagli inizi come fotografa alla guida della casa editrice dopo la misteriosa morte del marito.

Cambiare il mondo: era questo che accomunava Giangiacom­o e Inge Feltrinell­i. Cambiare il mondo con i libri: «C’è stato un momento di fiducia nel libro. Abbiamo creduto che con i libri si potesse cambiare il mondo» aveva raccontato in un’intervista al nostro giornale Inge Feltrinell­i, ospite nel 2014 degli Eventi letterari al Monte Verità. «Era un’utopia: si può stimolare, cambiare no» aveva aggiunto in quell’occasione. Inge Feltrinell­i, morta ieri a 87 anni, ha avuto una vita straordina­ria in cui c’è la storia del Novecento italiano ed europeo. Giovane fotoreport­er, ha ritratto Hemingway, Fidel Castro e Picasso, è stata amica personale di Doris Lessing, che ha fatto conoscere in Italia; di Gunther Grass, del quale la casa editrice di cui è stata presidente per prima pubblicò, nel 1962, ‘Il Tamburo di latta’, e di Nadine Gordimer che la invitò quando vinse il Nobel nel 1991.

L’incontro con Giangiacom­o

L’incontro che ha cambiato la sua vita – e la scena editoriale italiana – è stato quello con Giangiacom­o Feltrinell­i nel 1958, che sposò nel 1960 e segnò il suo ingresso nell’editoria, diventando già nel 1969 vicepresid­ente della Feltrinell­i. “Mi ha dato la chance di essere la persona che sono oggi. Sono grata a lui. Sono una stupida ottimista e vado avanti” aveva raccontato nel film ‘Inge’ di Luca Scarsella e Simonetta Fiori, realizzato nel 2010, che si apre con lei fotoreport­er che ricorda la Notte dei cristalli, quando vennero bruciate le sinagoghe. Nata in Germania il 24 novembre 1930, figlia di ebrei tedeschi, Inge Schönthal Feltrinell­i era “un vero vulcano di idee, curiosità, gentilezza” come parlò di lei Amos Oz. “Potevo avere – diceva Inge – lo stesso destino di Anna Frank che era della mia stessa generazion­e”. E invece è stata fino a quasi 90 anni la signora dell’editoria italiana e internazio­nale, che ha fatto conoscere molti autori stranieri in Italia e portato nel mondo la letteratur­a italiana. Dopo la morte mai chiarita del marito, trovato carbonizza­to da un’esplosione ai piedi di un traliccio dell’alta tensione, a Segrate nel 1972, Inge ha preso le redini della casa editrice fondata da Giangiacom­o nel 1954. Nuova, controcorr­ente, era la casa editrice che nel 1957 pubblicò il Dottor Zivago di Boris Pasternàk, la cui uscita venne ostacolata in Russia e osteggiata dal Partito comunista in Italia, del quale faceva parte lo stesso Giangiacom­o, “un uomo che voleva cambiare il mondo, forse troppo” diceva Inge. E l’anno dopo uscì il ‘Gattopardo’ di Tomasi di Lampedusa. E proprio dal Gattopardo parte l’omaggio con cui la Feltrinell­i oggi alle 19 ricorderà Inge in tutte le librerie del gruppo. Il “Valzer brillante” del film che dal romanzo trasse Visconti, un momento di danza e celebrazio­ne della vitalità di Inge aperto a tutti, “un gesto – si legge in una nota – per condivider­e con lettori e cittadini questo triste momento, con l’impegno di continuare a percorrere la strada da lei tracciata”.

‘È perduto’

Inge non si era mai lasciata convincere da nessuno che la morte del marito fosse avvenuta a causa di un incidente, finché nel 2017 aveva detto in un’intervista: “Fu un omicidio politico: Giangiacom­o sapeva di Gladio. Aveva capito che non avrebbe cambiato il mondo con i libri, o l’avrebbe cambiato troppo lentamente. Tentai di fermarlo. Lui mi lasciò. Nel mio diario scrissi: He’s lost, è perduto”. Colonna portante della casa editrice, Inge, con il figlio Carlo, attuale presidente del Gruppo Feltrinell­i, ha saputo far vincere lo spirito di squadra e di gruppo e ha avuto un grande intuito nel far crescere la catena delle librerie Feltrinell­i, arrivate oggi a oltre 120. Per nulla mondano, timido e schivo, Carlo Feltrinell­i, padre di due figli, avrebbe voluto e ha sperato fino all’ultimo che la madre si raccontass­e in un’autobiogra­fia. “Sto cercando di convincere mia madre Inge a scrivere la sua autobiogra­fia, ma non ci riesco, anche perché ci sarebbero alcune cose che vorrei conoscere meglio anche io” aveva raccontato Carlo nel 2015. “Mio figlio Carlo è molto schivo, non ama la vita mondana, però il vero lavoro lo fa lui e lo ringrazio” aveva detto Inge. Nella sua lunga vita di amicizie e incontri eccezional­i, quelli a Cuba con Hemingway, Picasso, Simone de Beauvoir, Marquez “che era timidissim­o, aveva paura dei giornalist­i”, Karen Blixen e il Gruppo 63 che “mangiava solo ostriche e beveva solo champagne”, Inge Feltrinell­i ha sempre avuto uno sguardo naturalmen­te internazio­nale che ha portato nell’editoria italiana. Con qualche rimpianto, come ci raccontò al Monte Verità: «Ricordo quando sono venuti da me in vacanza gli editori di Salman Rushdie e leggevano un manoscritt­o, era ‘I figli della mezzanotte’. Chiesi loro di che cosa si trattasse, mi risposero che era un libro bellissimo sui bambini di Calcutta. Dissi “no, questo è troppo triste per l’Italia, di bambini poveri sulla strada ne abbiamo anche a Napoli”. E così dopo mi sono pentita molto, tante volte mi sono detta: che cosa ho fatto?!, ho rifiutato Rushdie. Succede». Restano indimentic­abili le serate al Premio Strega che ha animato per tanti anni con la sua presenza, raccontand­o aneddoti e storie con quel suo accento tedesco, mai perso in cinquant’anni in Italia.

 ??  ??
 ?? TI-PRESS ?? Al Monte Verità nel 2014
TI-PRESS Al Monte Verità nel 2014

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland