Quegli scatti che precedono l’editoria
L’Avana 1953. Con una Rolleiflex al collo, pochi soldi e una lettera di raccomandazione dell’editore tedesco Rowohlt in tasca, una giovane Inge Feltrinelli (allora Schönthal) giunge a Cuba, per conoscere e fotografare il 54enne Ernest Hemingway, che era già una delle massime celebrità letterarie mondiali e che, di lì a un anno, avrebbe ricevuto il premio Nobel per la Letteratura. Fotografarlo, come racconta il libro di Natalia Aspesi ‘Inge fotoreporter’ (Feltrinelli), era difficile. Hemingway era sfuggente e scontroso – soprattutto con tutto ciò che gli ricordava l’antipatia nei confronti della Germania, nata dopo la guerra –, ma la giovane e sconosciuta fotoreporter era riuscita, grazie anche al suo carisma, a realizzare un reportage fotografico che la rese nota. Celebre è l’autoscatto di lei in costume da bagno insieme a Hemingway e un enorme marlin. Quel servizio le aprì molte porte, che le permisero di conoscere e ritrarre fra gli altri Pablo Picasso, Marc Chagall, Henry Miller, Simone de Beauvoir, Greta Garbo, Anna Magnani e ancora Kennedy e Fidel Castro in pigiama. Malgrado i ritratti di celebrità, artisti, scrittori, intellettuali e politici che ci ha lasciato Inge Feltrinelli, la sua attività di fotoreporter è purtroppo poco conosciuta, ma non del tutto ignorata. Nel 2014, Inge era ospite di una conferenza al Kultur und Kongresszentrum di Lucerna (Kkl): un incontro dedicato anche al suo lavoro di fotografa per riviste tedesche in un primo momento e internazionali poi. «Ero negata con la tecnica – diceva ridendo –. Nella fotografia la cosa più importante è cogliere l’attimo giusto», come teorizzato dal pioniere del fotogiornalismo Henri Cartier-Bresson in “The Decisive Moment” (l’istante decisivo). Riguardo a quel periodo, alla domanda del perché non avesse continuato con l’apparecchio fotografico, ha risposto che «era una fase conclusa. Dovevo concentrarmi sull’editoria».