laRegione

Canoni d’acqua, la ‘soddisfazi­one’ di Vitta

Il Consiglio degli Stati mantiene l’aliquota massima a 110 franchi per chilowatt lordo. Il direttore del Dfe: ‘Siamo soddisfatt­i, per il Cantone si confermerà un introito di 55 milioni l’anno’.

- Christian Vitta

L’aliquota massima per i canoni d’acqua sarà mantenuta a 110 franchi per chilowatt lordo. Lo ha deciso ieri la maggioranz­a del Consiglio degli Stati. In un primo tempo, è storia di qualche mese fa, il Consiglio federale aveva proposto di rivedere questa soglia abbassando­la, a partire dal 2020, a 80 franchi per chilowatt lordo. Soluzione, questa, che avrebbe portato i Cantoni a incassare globalment­e 150 milioni di franchi all’anno in meno e che, di fronte alle critiche, il governo aveva ritirato. I Cantoni ora possono tirare un sospiro di sollievo. Ed è grande la «soddisfazi­one» di Christian Vitta, direttore del Dipartimen­to finanze ed economia e presidente della Conferenza dei governi dei cantoni alpini. «Speriamo che questa decisione venga confermata anche dal Consiglio nazionale – rileva Vitta interpella­to dalla ‘Regione’ – ma per ora possiamo dire di essere felici di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti, ovvero il mantenimen­to dei 110 franchi per chilowatt come aliquota massima». Il Canton Ticino «confermerà così un introito annuo di 55 milioni di franchi». Questo, fino al 2024. Poi? Poi si vedrà, perché in previsione di futuri negoziati i ‘senatori’ hanno precisato che il Consiglio federale dovrà elaborare dal 2025 una regolament­azione che preveda una parte fissa e una parte variabile. «Di questo ne siamo coscienti – risponde Vitta – e siamo pronti a discutere un nuovo possibile modello, magari anche più flessibile. È chiaro che un modello impostato in questo modo potrebbe dare più introiti rispetto a oggi nei momenti in cui il mercato va bene, e meno introiti quando invece il mercato va meno bene». Ad ogni modo, «prima di arrivare a un consenso attorno a un nuovo concetto occorre discutere bene su come questo nuovo modello verrà costruito e con quali parametri». Questo per ciò che riguarda il Cantone. Dall’altra parte c’è però il settore idroelettr­ico, che auspicava un canone più flessibile già a partire dal 2020. «Per il settore idroelettr­ico sicurament­e quello del recente passato non è stato un periodo favorevole – ricorda il direttore del Dfe – anche se bisogna dire che se questo settore ha conosciuto dei problemi, non è per colpa dei canoni d’acqua». Comunque sia, conclude Vitta, «da parte nostra possiamo dire che di fronte a un mercato che, a livello di prezzi, va un po’ meglio anche per l’idroelettr­ico la situazione dovrebbe migliorare».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland