‘Nessun bisogno che renda necessaria una legge’
Il consigliere nazionale Hans-Ulrich Bigler (Plr/Zh), direttore dell’Unione svizzera arti e mestieri (Usam), è un acerrimo oppositore dell’obbligo di effettuare analisi sulla parità salariale nelle imprese con oltre 100 dipendenti.
Soltanto lo 0,9% delle imprese interes- sate, nessuna sanzione, nessuna seconda analisi se la prima indica che tutto è in ordine; e dopo 12 anni tutto finito. Un progetto più soft di questo...
Soft o no: la questione non sta qui. La questione è: esiste un bisogno che rende necessaria una legge? Io lo nego.
‘La disparità retributiva tra i sessi che non trova una spiegazione è ancora del 7,5% e rappresenta una iscriminazione di genere,’ dice il Consiglio federale.
Disparità non vuol dire discriminazione. Il modello utilizzato non tiene conto dell’influsso di tutti i fattori che andrebbero considerati: è poco adatto, non permette di fare dichiarazioni in tal senso.
Il Dialogo sulla parità salariale [20092014], le misure volontarie e la buona volontà non sono serviti a granché.
Ho preso parte al ‘Dialogo’ come direttore dell’Usam. Abbiamo analizzato più di 50 imprese: in nessuna è stata rilevata una discriminazione salariale sistematica! Casi di discriminazione esistono, non lo nego. Ma per questi ci sono i tribunali; e le donne hanno già ottenuto ragione davanti al Tribunale federale. Perciò non abbiamo bisogno di controlli, di un modello da imporre alle imprese, con tutti gli oneri burocratici che comporta.
Cos’hanno da temere le piccole e medie imprese (Pmi) da un tale obbligo?
Le Pmi hanno adempiuto il ‘Dialogo’. La consigliera federale Simonetta Sommaruga non lo ha mai riconosciuto: ma dire che il ‘Dialogo’ è fallito è una mancanza di rispetto nei confronti delle Pmi! La mia tesi è che la signora Sommaruga volesse semplicemente un progetto con il quale regolamentare il mercato del lavoro e aprire una porta ai sindacati.