Mezzo giorno di fuoco
Washington – Era di quattro morti e alcuni feriti, sino a ieri nella tarda serata, il bilancio provvisorio dell’ennesima sparatoria negli Stati Uniti, la terza nello stesso giorno. La più grave è avvenuta ad Aberdeen, Maryland, in un centro di distribuzione farmaci. A fare fuoco con una pistola è stata una donna, che poi si sarebbe ferita da sola, ed è morta poche ore dopo il ricovero in ospedale. Secondo una fonte investigativa, in attesa di venire confermata,la donna aveva controversie di lavoro. Sulla vicenda indaga anche l’Fbi. La sparatoria è iniziata poco dopo le 9 locali (le 15 in Svizzera), quando comincia l’attività del Rite Aid center, un impianto con circa mille dipendenti, che riceve dalle aziende e poi consegna ad oltre 2’500 negozi vari prodotti, in particolare farmaceutici, in una zona di periferia, tra altri depositi, a circa 50 km da Baltimora. Dopo i primi spari è scattato l’allarme. L’azione della donna sospetta però appare circoscritta. Anche le vittime sembra fossero bersagli prescelti. Quella di ieri è stata la terza sparatoria nella contea di Hartford negli ultimi due anni: lo scorso ottobre in una zona commerciale furono uccise tre persone ed altre due rimasero ferite, mentre nel 2017 due agenti furono ammazzati in un ristorante. “Episodi troppo frequenti”, ha denunciato lo sceriffo della contea Jeffrey R. Gahler, riferendosi alla crescente violenza con le armi da fuoco nel Paese. Nelle stesse ore in cui si consumava il dramma in Maryland, altre due sparatorie si sono verificate negli Stati Uniti. Una in Wisconsin, dove un uomo incensurato di 43 anni, dipendente di una società di software, ha sparato in ufficio a quattro suoi colleghi, ferendoli, prima di venire ucciso dalla polizia. La seconda in Pennsylvania, dove gli agenti hanno ammazzato un uomo, Patrick Dowdell, 61 anni, di Masontown, che aveva aperto il fuoco nell’atrio di un affollato tribunale, in cui doveva presentarsi per una accusa di violenza domestica. Quattro i feriti, tutti in maniera lieve.