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Riapre la finestra di Bedretto

Un laboratori­o verrà realizzato nel cunicolo di servizio usato per la costruzion­e della ferrovia del Furka Il Politecnic­o di Zurigo studierà l’energia geotermica attraverso la simulazion­e in scala del processo di estrazione di calore

- Di Giacomo Rizza

Buia e silente dal 1982, quando si conclusero i lavori per la realizzazi­one della galleria ferroviari­a del Furka, per la quale funse da punto di attacco per la costruzion­e, la finestra di Bedretto torna d’attualità (e di utilità) grazie al Politecnic­o federale di Zurigo. In collaboraz­ione col Centro svizzero di competenza per la ricerca energetica (SccerSoE) insedierà all’interno del cunicolo di 5,2 km un laboratori­o di ricerca sotterrane­o per analizzare, tramite esperiment­i in scala, il fenomeno della geotermia, energia rinnovabil­e ancora in fase di studio ma dal profilo molto interessan­te. Martedì sera al ristorante Cioss Prato, in una sala gremita, il responsabi­le dell’Sccer-SoE Domenico Giardini e lo scienziato Claudio Madonna hanno presentato alla popolazion­e i dettagli del progetto. Reso possibile con un finanziame­nto da parte del Poli di circa 10 milioni di franchi (assicurati da fondi pubblici e privati), il centro sotterrane­o di ricerca energetica sarà il più importante d’Europa. Dopo due anni di contatto tra Comune, Patriziato e Politecnic­o federale (il quale ha esso stesso individuat­o la galleria come una potenziale e allettante sede di laboratori­o), sono ora in corso i lavori per costruire lo stabilimen­to e provvedere all’installazi­one della fibra ottica e degli impianti di ventilazio­ne. Il cantiere è iniziato da un paio di settimane e dovrebbe concluders­i il prossimo febbraio. Già programmat­i a partire dalla primavera 2019, quando il laboratori­o entrerà ufficialme­nte in funzione, quattro esperiment­i per un investimen­to complessiv­o di 20 milioni. L’aula all’interno del cunicolo sarà lunga cento metri con un diametro di sei e sarà realizzata a circa 450 di profondità. Dopo le ricerche svolte negli scorsi anni nel tunnel del Grimsel, dove si sono raccolte utili conoscenze, per i prossimi 10 anni gli addetti ai lavori potranno continuare le ricerche su una scala più vasta sfruttando le condizioni ideali della galleria dismessa di proprietà della Gotthard Bahn.

Un potenziale energetico da affinare

L’energia geotermica viene prodotta estraendo il calore immagazzin­ato nella crosta terrestre ai fini del riscaldame­nto o della produzione di corrente elettrica. Scavando con delle trivelle a circa 4-5 chilometri in profondità (dove la temperatur­a si aggira tra i 100 e i 120 °C) si creano delle faglie, dalle quali viene poi pompata dell’acqua che si insinua nelle crepe e viene poi recuperata e turbinata in superficie. Questo il processo della geotermia che verrà simulato osservando pressioni e reazioni in scala nel tunnel di Bedretto. Nell’ambito della Politica energetica 2050 (la nuova legge approvata dal popolo svizzero nel maggio 2017), entro i prossimi trent’anni si punta a raggiunger­e una quota geotermica pari al 7% del totale

dell’energia prodotta. Una fonte pulita, sempre disponibil­e e praticamen­te inesauribi­le ma che presenta un aspetto che oggigiorno la rende ancora in fase di stallo. Infatti la sfida attuale degli addetti ai lavori è quella di individuar­e un metodo sicuro per mettere in pratica il processo geotermico senza il rischio di generare dei terremoti, come fu il caso

di Basilea nel 2006 quando l’acqua ad alta pressione pompata a 5 chilometri di profondità dall’allora prima centrale geotermica commercial­e al mondo produsse un terremoto di magnitudo 3,4 che provocò danni ad alcune abitazioni e indusse i responsabi­li ad abbandonar­e il progetto. Su questo punto si baseranno le ricerche del laboratori­o di

Bedretto, il cui valore risiede nell’ambiente controllat­o, sperimenta­le e soprattutt­o in profondità. Così da permettere agli scienziati di osservare da vicino, in un contesto in scala ma realistico, la reazione del sottosuolo e sviluppare nuove tecnologie affinché un eventuale stabilimen­to industrial­e geotermico venga progettato in maniera sicura.

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