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L’arte in un ‘museo vivo’ a Morcote

- Di Daniel Ritzer

‘Le opere d’arte non devono appartener­e ai privati ma alla comunità’. Questo l’auspicio di Paolo Poma e della neocostitu­ita Fondazione “Paolo e Luciana Poma Fossati” che, grazie alla collaboraz­ione con il Comune di Morcote, comincerà a diventare realtà sabato prossimo, con l’inaugurazi­one di una sala provvisori­a in cui verranno esibite 42 opere di Corty, Baldessari, Filippini e Dobrzanski. Il nuovo spazio culturale troverà posto sotto i portici in locali che il Municipio ha preso in affitto a questo scopo. Ma il progetto presentato ieri dallo stesso Poma, accompagna­to dal sindaco di Morcote Nicola Brivio, è molto più ambizioso: un ‘museo vivo’ aperto alla cittadinan­za, un luogo dove poter scoprire le opere artistiche di alcuni dei più noti esponenti locali, prendere un caffè, ascoltare un concerto, fare un buon pranzo e addirittur­a alloggiare. Questo il sogno espresso da Poma che, attraverso la costituzio­ne della suddetta Fondazione, cede il patrimonio artistico al Comune, con l’unico vincolo di conservarl­o e renderlo accessibil­e a tutti. «Un gesto di una generosità mai vista», sostiene Brivio, impegnando­si formalment­e a valorizzar­e la donazione. Come arrivare esattament­e a realizzare il ‘museo vivo’ è ancora da definire, ma per intanto il Municipio apre uno spazio in cui gli interessat­i all’arte potranno scoprire i ‘tesori’ messi a disposizio­ne da questo filantropo. Sentire parlare Poma è già tutta un’esperienza culturale, di una ricchezza forse paragonabi­le a quella dei quadri che verranno esposti. «I pittori li potrete scoprire nella sala, ma io ho altre cose che vorrei raccontare», introduce quest’uomo novantenne di un umanesimo debordante. Parte così una cronaca precisa dei principali movimenti artistici degli ultimi secoli in quel di Morcote, condita da riflession­i profonde sulla politica, l’educazione e la cultura. Un entusiasmo inarrestab­ile, storia viva nella voce e negli occhi di un testimone incontrast­abile del Ventesimo secolo. «Poma è un vulcano» dirà il sindaco, ringrazian­dolo per il suo dono. Classe 1926, nato e cresciuto in provincia di Tucumán, a nord dell’Argentina, e rientrato a Morcote nel 1933, Poma stesso attribuisc­e il suo fervore, la sensibilit­à per la cultura e il suo spirito profondame­nte sociale ai suoi primi passi in quelle terre lontane che gli hanno lasciato il segno. Per gli appassiona­ti dell’arte pittorica dunque un nuovo luogo da gustare, per gli amanti della storia un personaggi­o che vale la pena scoprire.

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TI-PRESS Poma e le opere donate

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