Da Kandinsky a Nolde
Non una semplice galleria d’arte, ma più un salotto di casa: la Fondazione Braglia, in Riva Antonio Caccia a Lugano, può dare questa impressione, vuoi per la passione del padrone di casa, Gabriele Braglia, i cui occhi si illuminano quando racconta di questa o quell’opera, raccontando qualche aneddoto o soffermandosi su particolari che difficilmente interesserebbero uno storico dell’arte. «È la libertà del collezionista privato: acquista le opere perché gli piacciono, non perché deve avere quell’opera specifica lì che completa il discorso scientifico, come invece capita a un museo istituzionale» ha spiegato Braglia aggirandosi, con il consueto entusiasmo, tra i suoi quadri. Suoi o di Johenning, perché per il terzo anno, la Fondazione Braglia ha deciso di tornare all’espressionismo tedesco – grande passione di Gabriele e Anna Braglia e tema della prima esposizione della fondazione –, unendo tuttavia le forze con la collezione di Friedrich Johenning, un altro collezionista con cui Braglia è entrato in contatto tramite il comune amico, e critico d’arte, Michael Beck. Molte delle opere della collezione Johenning, tra l’altro, non sono mai state esposte prima. Sono in tutto settantasei, le opere d’arte in mostra. “Da Wassily Kandinsky a Emil Nolde”, come recita il titolo dell’esposizione che aprirà al pubblico il 27 settembre. In mezzo, Paul Klee, Alexej von Jawlensky, Franz Marc, Marianne von Werefkin, August Macke e altri ancora, un percorso suggestivo e personale attraverso i colori istintivi dell’espressionismo tedesco. Le opere sono state raccolte intorno a sette nuclei tematici: “Uomo e natura”, “ritratto”, “città e campagna”, “animali”, “teatro”, “fiori e natura morta” e “gioventù e vecchiaia”. Notevoli, in particolare, i fiori di Nolde e i ritratti di Jawlensky, Info: