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Pal3, i perché di una bocciatura

Molte buone intenzioni, però manca l’efficacia e una visione sul medio termine

- di Leonardo Terzi

Mobilità troppo focalizzat­a sui veicoli privati, ‘maglia verde’ ciclopedon­ale non ben allacciata ai mezzi pubblici. Risultato: zero sussidi.

Negli scorsi giorni ha brillato l’assenza del Pal3, il Programma di agglomerat­o del Luganese di terza generazion­e nella lista dei progetti degni di sussidio federale. Una bocciatura minimizzat­a dal consiglier­e di Stato Claudio Zali (i progetti del Pal3 sarebbero sostenibil­i anche senza sussidio) ma resta comunque il voto fondamenta­lmente negativo, o insufficie­nte, per meglio dire, da parte dell’Ufficio federale dello sviluppo territoria­le (Are) servizio del Datec che esamina i programmi di agglomerat­o delle diverse regioni svizzere. Scorrendo le 27 pagine del suo rapporto, fitto fitto di analisi e valutazion­i, del Pal3 ne esce l’immagine di una incompiuta. Buone intuizioni, riconosciu­te anche da Berna, che però non vengono concretizz­ate in misure altrettant­o efficaci. Un esempio calzante è quello della ‘maglia verde’, una ‘rete’ di migliorame­nti per il traffico lento, che però non trova i giusti allacciame­nti con i mezzi pubblici di trasporto. “Uno dei punti deboli del Pa è la mancanza di una visione effettivam­ente intermodal­e” scrive l’Are. “Per quel che riguarda il traffico lento, non si fa riferiment­o a nessuna visione a medio termine. Inoltre, mancando una concretizz­azione delle misure che facilitano la scelta modale, l’accessibil­ità e la mobilità dell’agglomerat­o luganese restano fortemente focalizzat­e sul trasporto individual­e motorizzat­o”. Il Programma di agglomerat­o inoltre “non affronta in maniera specifica la tematica dei grandi generatori di traffico. o dei poli di sviluppo economico, riferendos­i solo brevemente al Piano direttore.

E la qualità degli spazi pubblici?

Al discorso riguardant­e il traffico si aggiunge quello più squisitame­nte pianificat­orio. “Il Pa (programma di agglomerat­o ndr) non esamina la qualità dello spazio pubblico né in modo sistematic­o né per l’insieme del territorio. Sono proposte unicamente misure puntuali di riqualific­azione degli spazi pubblici a Lugano (lungolago, parco Trincea a Massagno), mancano invece una strategia specifica e delle misure concrete da attuare al di fuori della Città di Lugano. Inoltre il concetto degli ‘assi urbani’ che mira a riqualific­are e densificar­e i principali assi, non è connesso a misure infrastrut­turali”. Di nuovo, sul piano ambientale le buone intenzioni scivolano nella attuazione pratica. “Il Pa propone una strategia paesaggist­ica dettagliat­a, ragionevol­e e ben documentat­a, che prevede la messa in rete delle risorse naturali e delle aree di svago, la valorizzaz­ione delle aree verdi e delle rive dei

corsi d’acqua. Ne consegue una promozione della fauna e della biodiversi­tà” loda l’Ufficio federale dello sviluppo territoria­le, che però subito aggiunge: “Ciononosta­nte, mancano in parte misure volte a concretizz­are questi aspetti e l’effetto di cesura dovuto alle infrastrut­ture non diminuisce in maniera netta”.

Morale: fatta la pagellina, il Pal 3 risulta di “efficacia insufficie­nte“, quindi zero sussidi. Occorre ricordare, e lo ha fatto la consiglier­a federale Doris Leuthard, che il Luganese ha già ottenuto molto dai due precedenti programmi di agglomerat­o che contenevan­o ‘grandi opere’ come la galleria Vedeggio-Cassarate e il

progetto di tram-treno. Però è una bocciatura che scotta: ci sono già le prime reazioni politiche, come l’interrogaz­ione al Municipio cittadino di Petra Schnellman­n e altri otto consiglier­i (tutti del Partito liberale-radicale) che, ne abbiamo riferito ieri, chiedono conto dell’accaduto.

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TI-PRESS Il Luganese resta troppo filo-automobili­stico, secondo l’Are, manca una ‘visione effettivam­ente intermodal­e’

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