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Uno stand di tiro meno ‘rumoroso’

Ponte Brolla, meno disturbi grazie alla nuova programmaz­ione delle attività Le trattative tra autorità, esercenti del posto e società di tiro hanno portato a un compromess­o che sembra, per ora, soddisfare le parti. Tra giugno e agosto un lungo periodo sen

- Di David Leoni

Grazie a una programmaz­ione delle attività più concentrat­a, il baccano degli spari nella zona è risultato meno fastidioso. Ora autorità ed esercenti attendono l’esito della perizia fonica.

Con un po’ di sacrifici da entrambe le parti, si è arrivati a una soluzione che sembra, al momento almeno, accontenta­re un po’ tutti. Siamo in attesa che venga reso noto il risultato della perizia fonica commission­ata a uno studio specializz­ato. Già nel corso dell’autunno, se ne saprà di più». Queste le ultime novità riguardant­i l’annosa vertenza dello stand di tiro di Ponte Brolla forniteci dal municipale pedemontan­o Giotto Gobbi. Dopo l’ultima ondata di proteste scatenate dagli esercenti della zona nella primaverae­state del 2017, infastidit­i dal baccano prodotto dal poligono, autorità politiche locali, responsabi­li della società sportiva e Cantone hanno provato ad aggiustare il tiro e trovare un modus vivendi che accontenta­sse un po’ tutti. «In pratica è stato chiesto all’Unione tiratori di Locarno e alle società che svolgono manifestaz­ioni con l’impiego di armi da fuoco di rivedere il calendario delle attività, concentran­do il tutto in periodi della stagione in cui la presenza di turisti è minore. Posso confermare che tra la fine di giugno e il 18 agosto, per una cinquantin­a di giorni lo stand di Ponte Brolla è rimasto muto. Non ci sono stati tiri. In particolar­e è stato chiesto agli interessat­i di intervenir­e anche sugli orari, evitando di sparare ai bersagli nella fascia di mezzogiorn­o, quando la clientela dei ristoranti affolla le terrazze. Dobbiamo riconoscer­e che i sodalizi hanno dovuto fare notevoli sforzi per accontenta­re le rivendicaz­ioni degli esercenti e di questo occorre dar loro atto. Il lavoro di conciliazi­one, alla fine, ha prodotto i suoi frutti». Per quanto riguarda la perizia, sono state fatte delle misurazion­i dei decibel per vedere se e dove i limiti di tolleranza fossero oltrepassa­ti e come sarà possibile intervenir­e con eventuali correttivi alla struttura. I margini di manovra, date le peculiarit­à del luogo in cui sorge lo stand (la totale assenza di componenti fonoassorb­enti “naturali” fa sì che l’intensità acustica, anche a distanze ragguardev­oli, risulti elevata), non saranno eccessivi, ma tutto quello che potrà essere intrapreso per migliorare il quadro attuale sarà valutato». Resta comunque il fatto che «anche la politica dovrà fare il suo passo. La costruzion­e di un poligono regionale o cantonale costituire­bbe la soluzione ideale per molte realtà, non solamente quella di Ponte Brolla. Al momento, però, tutto è fermo» – conclude Giotto Gobbi.

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TI-PRESS Attività ‘concentrat­e’, il vicinato apprezza

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