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Poche distinzion­i, ‘alimenti equi’ vittima della ‘sovranità alimentare’

- Di Stefano Guerra

Mettere le due agro-iniziative nello stesso calderone si è rivelato pagante. Le critiche rivolte alla radicale proposta del sindacato Uniterre (‘Per la sovranità alimentare’) hanno finito per colpire anche quella assai più moderata dei Verdi (‘Per alimenti equi’). E così entrambe – l’una a braccetto dell’altra, senza troppi riguardi per i contenuti specifici di ognuna – sono state trascinate in una spirale negativa, colando a picco ieri alle urne. Qualche distinzion­e in più sarebbe stata opportuna. L’iniziativa ‘Per la sovranità alimentare’? Un salto nel vuoto, per molti versi. Un cambiament­o di paradigma che in realtà sapeva di ritorno al passato. Prezzi garantiti, sovrapprod­uzione, contadini dipendenti da uno Stato onnipresen­te: troppi gli spettri di una politica agricola abbandonat­a negli anni 90 a favore del sistema dei pagamenti diretti (e i cui danni al suolo e ai corsi d’acqua sono tutt’oggi ben visibili) che la proposta di Uniterre faceva aleggiare. Non si può dire altrettant­o dell’iniziativa ‘Per alimenti equi’. Qui niente stravolgim­enti. I Verdi si sono man mano distanziat­i dalla lettera del loro testo. Dicendosi ben disposti nei confronti di un’applicazio­ne ‘light’ che non facesse a pugni con gli impegni internazio­nali assunti dalla Svizzera. Segue a pagina 22

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