Poche distinzioni, ‘alimenti equi’ vittima della ‘sovranità alimentare’
Mettere le due agro-iniziative nello stesso calderone si è rivelato pagante. Le critiche rivolte alla radicale proposta del sindacato Uniterre (‘Per la sovranità alimentare’) hanno finito per colpire anche quella assai più moderata dei Verdi (‘Per alimenti equi’). E così entrambe – l’una a braccetto dell’altra, senza troppi riguardi per i contenuti specifici di ognuna – sono state trascinate in una spirale negativa, colando a picco ieri alle urne. Qualche distinzione in più sarebbe stata opportuna. L’iniziativa ‘Per la sovranità alimentare’? Un salto nel vuoto, per molti versi. Un cambiamento di paradigma che in realtà sapeva di ritorno al passato. Prezzi garantiti, sovrapproduzione, contadini dipendenti da uno Stato onnipresente: troppi gli spettri di una politica agricola abbandonata negli anni 90 a favore del sistema dei pagamenti diretti (e i cui danni al suolo e ai corsi d’acqua sono tutt’oggi ben visibili) che la proposta di Uniterre faceva aleggiare. Non si può dire altrettanto dell’iniziativa ‘Per alimenti equi’. Qui niente stravolgimenti. I Verdi si sono man mano distanziati dalla lettera del loro testo. Dicendosi ben disposti nei confronti di un’applicazione ‘light’ che non facesse a pugni con gli impegni internazionali assunti dalla Svizzera. Segue a pagina 22