A S. Gallo si va a viso scoperto
Approvato a larghissima maggioranza il divieto di dissimulare il volto
San Gallo sarà il secondo cantone dopo il Ticino a introdurre il divieto di dissimulare il volto nei luoghi pubblici. Quella che già è stata definita norma antiburqa è stata nettamente accolta ieri dai sangallesi con 73’830 voti contro 36’948. La partecipazione al voto è stata del 35,8%. La proposta è stata accolta in tutti i comuni, con percentuali spesso superiori al 70 per cento. Al voto si è arrivati dopo che la revisione della legge sulle contravvenzioni, approvata di misura dal parlamento cantonale a fine 2017 (Udc e Ppd erano a favore, il Plr e lo schieramento rosso-verde contrari), è stata combattuta da un referendum lanciato dalle sezioni giovani di socialisti, Verdi e Verdi liberali. Il testo adottato negli scorsi mesi dal legislativo cantonale – e che si ispira all’articolo costituzionale già in vigore in Ticino – prevede che chiunque si copra il volto in pubblico sia punibile se “minaccia o mette in pericolo la sicurezza pubblica o la pace sociale o religiosa”. L’esistenza di un pericolo in tal senso deve essere però valutato caso per caso. La legge sangallese già prevede un divieto di dissimulare il volto, ma limitatamente agli assembramenti che necessitano di autorizzazione, alle manifestazioni politiche e agli eventi sportivi. A livello federale, inoltre, è stata formalmente dichiarata riuscita lo scorso ottobre l’iniziativa popolare ‘Sì al divieto di dissimulare il proprio viso’ lanciata dal Comitato di Egerkingen che già aveva promosso l’iniziativa contro i minareti e di cui fanno parte esponenti dell’Udc e dell’Unione democratica federale (Udf).