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Sì alle piste ciclabili

La Confederaz­ione in futuro potrà sostenere progetti di mobilità lenta I tre quarti dei cittadini e tutti i Cantoni hanno accettato la modifica costituzio­nale che chiede maggior interventi per i percorsi pedonali e ciclabili

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Il popolo svizzero vuole che le piste ciclabili vengano sostenute secondo lo stesso principio dei percorsi pedonali e dei sentieri: il 73,6% dei votanti ha deciso ieri di inserire un mandato in tal senso nella Costituzio­ne federale. L’oggetto ha ottenuto anche il sostegno della maggioranz­a dei cantoni: tutti hanno votato sì, il Ticino con il 75% e i Grigioni con il 76 per cento. I romandi sono risultati i principali sostenitor­i: campione d’approvazio­ne è stato Vaud (86,3%), seguito da Ginevra (83,1%), Neuchâtel (82,3%) e Giura (81,6%). I consensi hanno raggiunto il 76,3% a Friburgo, il 74,4% in Vallese e il 73,4% a Zugo. La Svizzera centrale si è mostrata più cauta. I meno convinti sono stati i cittadini di Obvaldo (57,2%), seguiti da quelli di Svitto (62,5%) e Glarona (63,1%). Ovunque la bicicletta ha comunque sedotto circa sette votanti su dieci. Complessiv­amente, 1’475’165 persone hanno detto di sì alle urne, contro 529’268 no. La partecipaz­ione a livello nazionale è stata assai bassa: ha raggiunto il 37%. In Ticino si è espresso il 40,7% del corpo elettorale, nei Grigioni il 37,6%. Il risultato non è una sorpresa. Un’ampia alleanza che includeva quasi tutti i partiti politici, associazio­ni ambientali­ste e il Touring club svizzero (Tcs) si era espressa a favore. Secondo i promotori, migliori piste aumentano la sicurezza dei ciclisti e fluidifica­no il traffico, con effetti benefici sul clima, sulla salute e sul turismo in un momento che registra un boom delle biciclette elettriche. In Parlamento, l’Udc e alcuni esponenti del Plr si erano detti scettici, ritenendo che la modifica costituzio­nale comporti elevati oneri finanziari e che il decongesti­onamento sperato per gli altri utenti della strada sia illusorio poiché sono in pochi a pedalare in caso di pioggia e freddo. Gli oppositori non hanno tuttavia fatto campagna attiva contro la revisione della Costituzio­ne. Il decreto federale approvato concernent­e le vie ciclabili, i sentieri e i percorsi pedonali è un controprog­etto diretto all’iniziativa popolare ‘Per la promozione delle vie ciclabili e dei sentieri e percorsi pedonali’ (nota come ‘Iniziativa per la bici’). Quest’ultima voleva “obbligare” la Confederaz­ione a sostenere i Cantoni nella realizzazi­one e manutenzio­ne di sentieri, percorsi pedonali e piste ciclabili. Il controprog­etto elaborato dal Consiglio federale e dal Parlamento riprende la formulazio­ne meno vincolate – già presente nell’articolo costituzio­nale attuale che promuove sentieri e percorsi pedonali – secondo la quale Berna “può” sostenere la costruzion­e di simili reti. Soddisfatt­o della controprop­osta, il co-

mitato promotore dell’iniziativa – depositata il primo marzo 2016 con 105’234 firme valide – aveva deciso di ritirare il testo. Come per i sentieri pedonali, Berna potrà ora elaborare dati e statistich­e nazionali, sviluppare standard di qualità e di sicurezza e fornire geodati per cartine e applicazio­ni digitali. Pianificaz­ione, costruzion­e

e manutenzio­ne delle vie ciclabili rimarranno di competenza dei Cantoni e dei Comuni. Il sostegno federale sarà sussidiari­o. La Confederaz­ione stima maggiori costi annui per 1,8 milioni di franchi – coperti con le risorse dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) – e la creazione di un posto di lavoro e mezzo per l’applicazio­ne della proposta.

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KEYSTONE Attenuare il conflitti tra i diversi utenti della strada

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