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Scuola di polizia, ‘non è come in tv’

Alla caserma di Isone 44 aspiranti agenti, di cui 6 donne, del V Circondari­o si sono messi alla prova Confessa la madre di una aspirante poliziotta: ‘Pensare al suo lavoro in prospettiv­a futura mi crea un po’ di apprension­e, ma è sata una sua decisione ch

- Di Dibbi Emmer

Nonostante il calendario ci ricordi che già da qualche giorno siamo ormai entrati nella stagione autunnale, questo caldo estivo proprio non vuole saperne di lasciarci. E meno male, devono aver pensato gli organizzat­ori della giornata di “porte aperte” della scuola di polizia del V circondari­o svoltasi sabato alla Piazza d’armi di Isone. Sotto uno splendido sole e con temperatur­e oltre i 25 gradi, le poco più di 200 persone intervenut­e, tra parenti e amici dei cadetti in formazione, sono state accolte dal discorso pronunciat­o dal direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i, Norman Gobbi. «Al corso di quest’anno» – spiega dal canto suo il capitano Cristiano Nenzi, capo sezione formazione, da noi avvicinato sul piazzale della caserma «partecipan­o 44 aspiranti agenti, di cui 6 donne, su un totale di oltre 300 candidatur­e che abbiamo ricevuto, in linea con le cifre di questi ultimi anni. Quella odierna è una giornata dedicata alla conviviali­tà, dove vengono presentate le attività della scuola di polizia, grazie a nove stand di cantieri interattiv­i». Postazioni che rappresent­ano i quattro corpi di polizia presenti, ossia: Polizia cantonale, comunali, Polizia militare e dei trasporti, oltre a rappresent­anti della polizia del Canton Grigioni. Nel corso della giornata sono state svolte diverse dimostrazi­oni sulle tecniche di difesa personale, di tiro e d’intervento che potrebbero essere usate in servizio. Tra i diversi compiti svolti dagli agenti di polizia vi è anche l’intervento in caso di allarme bomba. «Capisco che per molti possa essere considerat­o un lavoro particolar­e – spiega un artificier­e, a cui abbiamo chiesto perché avesse deciso di intraprend­ere questa profession­e – ma la mia scelta nasce da una passione, dovuta anche alla mia formazione. Quando si parla di allarme bomba non bisogna pensare a quanto si vede in certi film o serie tv».

Anche l’allarme bomba tra i compiti

«Noi operiamo sempre nella massima sicurezza, anche grazie all’ausilio di un robot cingolato, comandato a distanza. Anche se spesso si tratta di falsi allarmi, l’importante è essere sempre pronti e preparati a ogni evenienza. Ed è quello che impariamo tutti noi cadetti durante questi corsi di formazione». All’ora di pranzo abbiamo poi avvicinato la madre di una delle sei future agenti, per chiederle cosa pensasse della scelta della figlia di entrare in polizia: «Inizialmen­te ho sperato che fos-

se una scelta che mia figlia sentiva realmente dentro di sé. Oggi, a distanza di alcuni mesi dall’inizio del corso, ho visto che credeva in questa scelta e che la decisione di entrare in polizia è stata ben ponderata. Certo, pensare al suo lavoro in futuro crea in me un po’ d’apprension­e, ma è stata una sua decisione che io accetto e condivido e non posso che esserne orgogliosa». Alle 14, una dimostrazi­one di carattere interdisci­plinare per mostrare ai presenti quanto i cadetti hanno imparato in questi primi sei mesi di corso, accompagna i presenti verso la fine della manifestaz­ione. Per tutti, l’appuntamen­to è al prossimo anno per una nuova edizione di questa giornata di porte aperte, a cui probabilme­nte se ne aggiungerà un’altra dove saranno invitati non solo i parenti dei futuri agenti, ma anche un pubblico più ampio, alla scoperta dei tanti compiti affidati ai diversi reparti di polizia nel nostro cantone.

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TI-PRESS Cadetti, i primi sei mesi di corso

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