‘È questa la nostra identità’
Dopo la soddisfazione arrivano anche i punti. Luca Cereda: ‘Abbiamo sfruttato le nostre qualità ed è ciò che ci rende felici’.
Davos – Neppure lui sa com’è riuscito a segnare. «Sinceramente, non ci ho capito nulla» dice, ridendo, Adrien Lauper. «So soltanto che ho provato a colpire dove potevo, mentre stavo cadendo, e immagino che il difensore abbia fatto da sponda». Ciò che conta, però, è il risultato. E quell’1-4 in powerplay, al 31’, col senno del poi decide in anticipo come andranno le cose alla seconda di campionato, sul ghiaccio della Vaillant Arena, tra Davos e Ambrì. «E sono contento davvero che siamo riusciti a fare la differenza in quel momento – commenta l’attaccante friborghese –. Se ripenso alla scorsa stagione e alle difficoltà che avevamo spesso incontrato durante i secondi tempi...». Nei Grigioni si può persino parlare di successo rotondo, di quelli senza pieghe. «Ci voleva – continua Lauper –. È un successo meritato da tutto il gruppo, composto da ventidue, ventitré persone che remano tutte nella stessa direzione. Prendiamo ad esempio Elia Mazzolini: a Davos ha fatto soltanto due o tre cambi, ma quand’era in panchina, invece di starsene per conto suo non smetteva mai di incitarci. È con questo spirito che siamo andati in pista, oltre alla rabbia che avevamo ancora in corpo da venerdì sera, per non essere riusciti a battere lo Zugo nonostante avessimo meritato. Anzi, credo che in quella partita avessimo giocato anche meglio rispetto a questa».
Lauper: ‘Il gol? Davvero non saprei come ho fatto: io so solo che ho cercato di colpire mentre cadevo...’
Meglio sul piano strettamente hockeistico, per dirla con Luca Cereda. «A Davos ho percepito una gran voglia da parte dei ragazzi di vincere la partita – analizza il coach biancoblù –. E se sul piano del gioco avevamo forse fatto un pochino meglio il giorno prima, pensando all’ordine e all’intensità messa in pista, stavolta è stata la prova di carattere, di grande sacrificio a farci meritare i tre punti».
D’altro canto, però, Davos e Zugo non sono avversari identici, quanto a caratteristiche. «Conosciamo la qualità offensiva di cui può disporre Arno Del Curto, e l’abbiamo potuta ammirare anche stavolta – continua Cereda –. Giustamente, per contrastare il talento dei loro bravissimi attaccanti ci siamo detti che dovevamo essere noi a metterli subito sotto pressione, prima che provassero a farlo loro. Devo però aggiungere che non sempre ci siamo riusciti». Tuttavia, è innegabile che il primo weekend di campionato restituisca un’immagine piuttosto
nitida di ciò che quest’anno si può concretamente attendere dall’Ambrì. «Direi che sull’arco delle due serate abbiamo messo in pista quella che è la nostra identità. Siamo riusciti a sfruttare i nostri punti di forza, insomma, ed è questo che oggi ci rende più soddisfatti». Cereda, poi, spende due parole per l’ultimo arrivato, il ceco Jiri Novotny. «La prima impressione? Si vede che è solido, e mette sul ghiaccio parecchia esperienza. Senz’altro – ride – è un giocatore che di battaglie alle spalle ne ha parecchie, di conseguenza sa bene come gestirle».