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La Ssr pensa a una ‘Netflix del servizio pubblico’

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Il servizio pubblico deve adattarsi: è questa, in sintesi, la risposta del direttore generale della Ssr Gilles Marchand alle polemiche divampate in merito allo spostament­o di parte della redazione da Berna a Zurigo e del previsto trasferime­nto da Ginevra a Losanna. Marchand, in un’intervista apparsa ieri sui domenicali ‘Le Matin Dimanche’ e ‘Sonntags-Blick’, promette anche investimen­ti pari a 20 milioni di franchi, che tra le altre cose dovrebbe permettere la creazione di una nuova piattaform­a digitale a Berna. “Si tratta di sviluppare una sorta di Netflix del servizio pubblico: proporre tutti i nostri programmi in tutte le lingue su una piattaform­a organizzat­a non più per regioni, ma per settori e temi con sottotitol­i in tutte le lingue nazionali”. In futuro anche un aumento della produzione di serie televisive: “Attualment­e ce ne sono tre o quattro all’anno tra la Svizzera romanda e quella tedesca. Mi piacerebbe arrivare a sette, con la possibilit­à di trasmetter­le sistematic­amente anche nelle altre regioni linguistic­he”. Per quanto riguarda la redazione bernese, Marchand ha dichiarato l’intenzione di creare di una nuova redazione plurilingu­e nella città federale, con “una quindicina di giornalist­i” provenient­i da tutte le unità aziendali, quindi anche dalla Rsi. L’obiettivo è quello di trattare temi di rilevanza nazionale, lavorando “in particolar­e sulle questioni legate all’integrazio­ne”. La Ssr, lo ricordiamo, ha deciso di trasferire una parte della redazione della radio Srf da Berna a Zurigo. Questo spostament­o, previsto a partire dalla fine del 2020, interessa 170 dipendenti. Nella Svizzera romanda si prevede invece di ricollocar­e entro il 2024 il dipartimen­to “attualità” da Ginevra a Losanna. Il progetto, che deve ancora essere approvato dal consiglio di amministra­zione, è volto a riunire le attività radio, tv e nuove tecnologie sul sito web del Politecnic­o federale di Losanna. Queste decisioni, che dovrebbero permettere alla Ssr di risparmiar­e 12 milioni all’anno, hanno suscitato aspre critiche. “Non si può chiedere di prepararci per il futuro e allo stesso tempo dire di non cambiare” la replica di Marchand. ATS

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TI-PRESS Marchand e il futuro

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