Premi Lamal, capire per agire
Per l’anno 2019 l’Ufficio federale della salute pubblica (Ufsp) ha scelto una nuova modalità di presentazione dei premi cantonali. In sostanza non si basa più sul premio standard (premio con franchigia minima e rischio di infortunio incluso), bensì sul premio medio effettivo, che comprende tutte le varie possibilità che l’assicurato può scegliere: dalle franchige opzionali, alle forme con scelta limitata del fornitore di prestazioni o altro ancora. Questa impostazione è maggiormente in linea con la realtà. Però rende ancor più difficile la lettura della situazione, e in particolare (…)
Segue dalla Prima (…) il raffronto con l’anno che precede. Ad accentuare le difficoltà di interpretazione per l’anno 2019 vi è poi lo sgravio importante che contraddistingue la fascia di età tra 18 e 25 anni (in Ticino: 16,2% rispetto al 2018); ciò che in forza del principio dei vasi comunicanti porta ad un incremento del 4% per gli assicurati dai 26 anni in su. In buona sostanza per interpretare il raffronto 2018-2019 occorrono gli esperti. Cosa che di per sé non è un granché sana in un sistema che esige una grande trasparenza e un’immediatezza di interpretazione da riservare all’intera comunità dei cittadini assicurati. Raffronti tecnici fatti, la differenza di premio medio complessiva tra il 2018 e il 2019 è del 2,5%, che corrisponde a un centinaio di franchi in più all’anno. È in sostanza quello che ci si poteva aspettare nel nostro Cantone. Le domande susseguenti sono scontate, quanto legittime. È troppo? E soprattutto, pensando alla scottatura, che ancora brucia, delle eccedenze pagate dal 1996 al 2013: è calcolato in modo giusto? Cominciamo con il dire che in Ticino il premio sarà sempre più elevato rispetto alla media nazionale per una sola ragione: l’età della popolazione. Che nel nostro Cantone è la più elevata della Svizzera in generale, ma soprattutto sopra i 60 anni; ossia il segmento più costoso in fatto di cure medico-sanitarie. Togliessimo il fattore età, il costi ticinesi rientrerebbe nella media nazionale. Quindi sono da sfatare le leggende che i ticinesi siano ipocondriaci, che corrano dal medico per ogni nonnulla o che i medici abbiano penna e ricettario facili. Però il fattore età resta e incide sull’incremento dei costi sanitari al di sopra della media nazionale. Di questo in Ticino bisogna farsene una ragione. Più arduo è rispondere se il premio sia correttamente calcolato. Per farlo con certezza occorrerebbe conoscere i risultati di esercizio Lamal in ogni Cantone, che ostinatamente l’Ufsp occulta. A gran voce occorre stigmatizzare questa grave omissione in trasparenza, accompagnata dall’esortazione a pubblicare lo storico dei risultati d’esercizio degli assicuratori nei singoli Cantoni; ciò che darebbe una dimensione pubblica alla ferita ancora aperta dei premi pagati in sovrappiù negli anni scorsi, scoperchiando nel contempo il pressappochismo degli assicuratori nella formazione dei premi, rispettivamente dell’autorità di vigilanza nei controlli. L’altra domanda aperta riguarda il futuro, con il corollario della sostenibilità di un sistema viepiù gravoso per il cittadino. E a questo punto è importante che l’autorità non perda la trebisonda. Gli interventi di razionalizzazione sono ben accetti. Così come l’auspicio forte che gli assicuratori investano le copiose riserve eccedentarie (3 miliardi di franchi sul piano nazionale) nella diluizione scaglionata sui premi per gli anni a venire. Ma occorre rifuggire alle scriteriate ipotesi di fissare un tetto massimo di prestazioni, oppure di freno automatico della spesa, le cui conseguenze si tradurrebbero in razionamento delle prestazioni a danno delle classi più disagiate economicamente, culturalmente o socialmente. Oppure quella di dare in mano le redini della diligenza agli assicuratori – tendenza già perniciosamente in atto! –: per atti concludenti a questi ultimi più che l’equità sociale del sistema interessano i business interni; stipendi stratosferici dei manager e manovre sui mercati dei capitali inclusi. Anche perché fortunatamente esistono la democrazia e la voce del popolo. Che sanziona impietosamente i modelli poco credibili.