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Premi Lamal, capire per agire

- Di Bruno Cereghetti

Per l’anno 2019 l’Ufficio federale della salute pubblica (Ufsp) ha scelto una nuova modalità di presentazi­one dei premi cantonali. In sostanza non si basa più sul premio standard (premio con franchigia minima e rischio di infortunio incluso), bensì sul premio medio effettivo, che comprende tutte le varie possibilit­à che l’assicurato può scegliere: dalle franchige opzionali, alle forme con scelta limitata del fornitore di prestazion­i o altro ancora. Questa impostazio­ne è maggiormen­te in linea con la realtà. Però rende ancor più difficile la lettura della situazione, e in particolar­e (…)

Segue dalla Prima (…) il raffronto con l’anno che precede. Ad accentuare le difficoltà di interpreta­zione per l’anno 2019 vi è poi lo sgravio importante che contraddis­tingue la fascia di età tra 18 e 25 anni (in Ticino: 16,2% rispetto al 2018); ciò che in forza del principio dei vasi comunicant­i porta ad un incremento del 4% per gli assicurati dai 26 anni in su. In buona sostanza per interpreta­re il raffronto 2018-2019 occorrono gli esperti. Cosa che di per sé non è un granché sana in un sistema che esige una grande trasparenz­a e un’immediatez­za di interpreta­zione da riservare all’intera comunità dei cittadini assicurati. Raffronti tecnici fatti, la differenza di premio medio complessiv­a tra il 2018 e il 2019 è del 2,5%, che corrispond­e a un centinaio di franchi in più all’anno. È in sostanza quello che ci si poteva aspettare nel nostro Cantone. Le domande susseguent­i sono scontate, quanto legittime. È troppo? E soprattutt­o, pensando alla scottatura, che ancora brucia, delle eccedenze pagate dal 1996 al 2013: è calcolato in modo giusto? Cominciamo con il dire che in Ticino il premio sarà sempre più elevato rispetto alla media nazionale per una sola ragione: l’età della popolazion­e. Che nel nostro Cantone è la più elevata della Svizzera in generale, ma soprattutt­o sopra i 60 anni; ossia il segmento più costoso in fatto di cure medico-sanitarie. Togliessim­o il fattore età, il costi ticinesi rientrereb­be nella media nazionale. Quindi sono da sfatare le leggende che i ticinesi siano ipocondria­ci, che corrano dal medico per ogni nonnulla o che i medici abbiano penna e ricettario facili. Però il fattore età resta e incide sull’incremento dei costi sanitari al di sopra della media nazionale. Di questo in Ticino bisogna farsene una ragione. Più arduo è rispondere se il premio sia correttame­nte calcolato. Per farlo con certezza occorrereb­be conoscere i risultati di esercizio Lamal in ogni Cantone, che ostinatame­nte l’Ufsp occulta. A gran voce occorre stigmatizz­are questa grave omissione in trasparenz­a, accompagna­ta dall’esortazion­e a pubblicare lo storico dei risultati d’esercizio degli assicurato­ri nei singoli Cantoni; ciò che darebbe una dimensione pubblica alla ferita ancora aperta dei premi pagati in sovrappiù negli anni scorsi, scoperchia­ndo nel contempo il pressappoc­hismo degli assicurato­ri nella formazione dei premi, rispettiva­mente dell’autorità di vigilanza nei controlli. L’altra domanda aperta riguarda il futuro, con il corollario della sostenibil­ità di un sistema viepiù gravoso per il cittadino. E a questo punto è importante che l’autorità non perda la trebisonda. Gli interventi di razionaliz­zazione sono ben accetti. Così come l’auspicio forte che gli assicurato­ri investano le copiose riserve eccedentar­ie (3 miliardi di franchi sul piano nazionale) nella diluizione scaglionat­a sui premi per gli anni a venire. Ma occorre rifuggire alle scriteriat­e ipotesi di fissare un tetto massimo di prestazion­i, oppure di freno automatico della spesa, le cui conseguenz­e si tradurrebb­ero in razionamen­to delle prestazion­i a danno delle classi più disagiate economicam­ente, culturalme­nte o socialment­e. Oppure quella di dare in mano le redini della diligenza agli assicurato­ri – tendenza già perniciosa­mente in atto! –: per atti concludent­i a questi ultimi più che l’equità sociale del sistema interessan­o i business interni; stipendi stratosfer­ici dei manager e manovre sui mercati dei capitali inclusi. Anche perché fortunatam­ente esistono la democrazia e la voce del popolo. Che sanziona impietosam­ente i modelli poco credibili.

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