Il ‘Bronx’ del Ticino: Pink Panthers, droga e assistenza
‘Non bisogna ghettizzare’
«Qui è come un porto». «È la casa dei matti». Sono gli inquilini stessi a dirlo: il palazzo di via Industria non è un posto piacevole dove vivere. «Vivo qui da più da cinquant’anni – ricorda con ‘laRegione’ un’anziana –, una volta non era così: qui ci vivevano persino dei dottori». Poi, con gli anni le cose sono cambiate. Oggi, una considerevole fetta di chi vive in questo stabile di quindici piani in riva al fiume Cassarate sono persone in assistenza sociale, richiedenti l’asilo, tossicodipendenti. Persone al margine della società, in grosse difficoltà di vario genere. «La polizia viene spesso qui – spiega una donna –, ma non ci sentiamo sicuri: l’impressione è che non ci sia una vera sorveglianza». È dell’anno scorso un discusso e massiccio dispiegamento di polizia proprio lì, che ha portato alla scoperta di alcune infrazioni alle Leggi federali sugli stranieri e sugli stupefacenti. Di inizio anno invece l’arresto di quattro membri della famigerata banda di ladri Pink Panthers. Svariati poi i casi in cui gli appartamenti di via Industria hanno funto da punto d’appoggio per attività illecite in ambito di spaccio e consumo di droga. Eppure, c’è chi alza la testa per dire no al degrado. Quegli inquilini – e sono comunque numerosi – onesti e perbene in primo luogo. E poi la commissione di quartiere di Pregassona. In un’intervista rilasciata a ‘laRegione’ pochi mesi fa invitava a non ghettizzare, promuovendo l’integrazione partendo da bambini e giovani, col rinnovo dei campi da calcio e da basket. Iniziative e dichiarazioni lodevoli, che tuttavia subiscono oggi un nuovo colpo d’immagine.