‘Rendita Avs, chiarezza urge’
‘Ministri’ e pensioni, Durisch (Ps): mi riservo di chiedere al partito il lancio di un’iniziativa popolare Nella sottocommissione ‘Finanze’ unanime l’esigenza di chinarsi presto sul tema
«La vigente ‘Legge sull’onorario e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato’ è superata. Dà quindi adito a un sacco di interpretazioni perlomeno discutibili che sono poi all’origine di situazioni come questa del contributo sostitutivo, peraltro nota da tempo al parlamento ma mai risolta». Il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch non esita a parlare di «pasticcio» a proposito di quel contributo sostitutivo, una sorta di rendita ponte, in soldoni 22’560 franchi annui, di cui beneficiano i consiglieri di Stato che a mandato concluso non hanno ancora 65 anni. Ora spunta una perizia giuridica affidata dal deputato dell’Mps Matteo Pronzini al costituzionalista Etienne Grisel dell’Università di Losanna: secondo Grisel, il contributo in questione non poggerebbe su alcuna base legale, come ha riferito domenica ‘Il Caffè’. Uscito la mattina sul settimanale, il parere è stato inviato nel pomeriggio alla ‘Finanze’, la sottocommissione parlamentare della Gestione, della quale Durisch è membro, che dopo l’affaire dei rimborsi governativi si trova quindi alle prese con un nuovo delicato dossier che interessa sempre l’Esecutivo. «Il problema sollevato da Pronzini esiste e non è l’unico in quest’ambito – riprende l’esponente del Ps –. Bisognerebbe anche guardare quanto costa per un consigliere di Stato riscattare gli anni mancanti per ottenere la pensione piena». In ogni caso sul contributo sostitutivo «non c’è chiarezza e se al riguardo regna oggi la confusione è perché non si è ancora riusciti a risolvere la questione di fondo: il trattamento pensionistico dei cinque ministri». Il Ps, ricorda Durisch, «ha presentato sei anni fa una mozione parlamentare in tal senso, adottata poi dal Gran Consiglio nel febbraio 2015 ma non ancora concretizzata. Il gruppo di deputati che in seno alla Commissione della gestione aveva il compito di proporre un disegno di legge alla stessa ha terminato gli approfondimenti, ad oggi però pare manchi la volontà politica di portare la proposta nel plenum del Gran Consiglio. Se ciò non dovesse avvenire nei prossimi mesi sarà un segno di grande debolezza da parte del parlamento. Ad ogni modo – conclude Durisch – mi riservo di chiedere al mio partito il lancio di un’iniziativa popolare per l’assoggettamento dei consiglieri di Stato all’Istituto di previdenza del Canton Ticino». Se è tuttora immutato il trattamento previdenziale dei membri del governo, i quali percepiscono la pensione senza aver versato nessun contributo, è perché «il sistema da un lato è piuttosto complicato e dall’altro è per ovvie ragioni politicamente delicato – dice Alex Farinelli.–. E allora apriti cielo quando si propone un diverso regime pensionistico per i consiglieri di Stato ma nel contempo anche un aumento del loro onorario». In merito al tema specifico del contributo sostitutivo, il capogruppo del Plr premette «di non aver letto ancora la perizia di Grisel commissionata da Pronzini. «Anche se è di parte – aggiunge Farinelli – sicuramente sarà stata allestita in maniera seria. Occorrerà capire se il professor Grisel ha considerato tutti gli aspetti legati all’esistenza di questo contributo, che non è comunque una novità per il parlamento». Una novità priva però delle necessarie base legali, stando alla perizia. Una chiarezza sul piano legislativo sarebbe molto opportuna. D’altronde il caso rimborsi insegna. «Tutto quello che è ‘costruito’ su consuetudini o su prassi e relativi cambiamenti non formalizzati – commenta Farinelli – si presta, come abbiamo visto in questi mesi, a valutazioni divergenti e critiche, talora non edificanti per le istituzioni». A coordinare la sottocommissione finanze cui Pronzini ha trasmesso copia della perizia, è Fabio Bacchetta-Cattori (Ppd): «Nell’esercizio dell’alta vigilanza affronteremo anche il capitolo del contributo sostitutivo e l’obiettivo è di tirare le conclusioni in questa legislatura». Per Gabriele Pinoja (La Destra) «quello di Pronzini è un accanimento verso i consiglieri di Stato perché ha bisogno di ritagliarsi spazio in vista delle elezioni, e in merito alla rendita ponte siamo un po’ in una situazione grigia che va regolata». La sua proposta è semplice: «Va bene che vengano assoggettati alla cassa pensione dello Stato, ma bisogna creare una cate-
goria apposita per loro, considerando gli anni passati in carica e l’età in cui si termina il proprio mandato. Ma ho il brutto presagio che del tema se ne occuperà la prossima legislatura». E se Franco Denti condivide «che la sottocommissione si occupi presto di questo tema», per Michele Guerra (Lega) «il sistema pensionistico dei consiglieri di Stato, in vigore da svariati decenni, è noto da tempo e quindi quanto emerso non è una grandissima novità. È altresì noto quanto sia un sistema complicato e quanto necessiti – peraltro e soprattutto – di una revisione profonda e seria. Il governo già nel 2016 ha presentato un messaggio proprio per aggiornare questo sistema. Ora tocca al parlamento. Sui dettagli la nostra sottocommissione si pronuncerà al momento opportuno».