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‘In Ticino i premi sono cresciuti meno dei costi’

- Di Chiara Scapozza

«Bene per la crescita dei premi più contenuta rispetto agli ultimi anni anche se la situazione non può che continuare a preoccupar­ci, perché quanto all’aumento dei costi non si può dire che la sfida sia vinta». È certamente il commento più morbido degli ultimi anni quello che Paolo Beltramine­lli rilascia nel corso della tradiziona­le conferenza stampa a Bellinzona, poco dopo la pubblicazi­one dei premi di cassa malati da parte dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). A suo avviso, stavolta il termine “stangata” è eccessivo. «È vero, in termini di aumento dei premi per gli adulti rispetto all’anno precedente figuriamo in terza posizione (+4%, media svizzera +2,4%). Bisogna però dire che in Ticino nel 2019 i premi evolvono meno dei costi: i costi riscontrat­i sono aumentati del 4% a fronte di un aumento del premio medio del 2,5%». E il Ticino, quanto a costi pro capite, si è sempre distinto: «Da sempre questo valore è decisament­e superiore alla media nazionale». Perché? «Il motivo risiede nella struttura demografic­a: la popolazion­e ticinese conta meno giovani e molti più anziani, quindi il costo medio delle cure è più alto». Sono quattro i fattori che incidono in modo determinan­te sulla fattura complessiv­a: in primis gli studi medici ambulatori­ali, con un rincaro di oltre il 6% (a livello nazionale siamo attorno al 4,2%); vi è poi il costo dei medicament­i, con un consumo in Ticino superiore alla media; costa pure la parte ambulatori­ale degli ospedali (in aumento anche negli altri cantoni), mentre lo stazionari­o è più stabile perché «i contratti di prestazion­e permettono di avere i costi sotto controllo». Torniamo allora alle note positive: la diminuzion­e dei premi per i giovani adulti (fascia d’età 18-25 anni), voluta e decisa dal legislator­e federale. «Si è capito che la solidariet­à richiesta a questa categoria era un po’ tanto strapazzat­a», e quindi sono stati applicati dei paletti. «In Ticino il margine è stato sfruttato appieno e l’applicazio­ne del calcolo dei premi è stata fedele a quanto aveva pensato il legislator­e», valuta Beltramine­lli. Anche se la libertà concessa agli assicurato­ri malattia si constata in modo evidente nella categoria: «Vi sono delle variazioni estremamen­te differenzi­ate tra i premi proposti dalle varie casse malati. Tra la meno cara e la più cara vi è una differenza del 40%». Una differenza che invece per la categoria degli adulti negli ultimi anni è andata assottigli­andosi, si fa per dire: la forchetta dei premi è compresa in un ‘range’ pari al 20% (era del 46% nel 2015). Non per questo però agli assicurati viene consigliat­a la fedeltà, anzi. Come suggerisce anche l’Associazio­ne delle consumatri­ci e dei consumator­i della Svizzera italiana (Acsi), vale sempre e ancora la pena confrontar­e le offerte dei premi tra le varie casse e cercare quella che costa di meno. «E mi preme anche suggerire – riprende ancora Beltramine­lli – che non è obbligator­io avere l’assicurazi­one di base e la complement­are uguale: è possibile cambiare la prima e non la seconda».

Prospettiv­e da fuochi d’artificio

In prospettiv­a sul piano nazionale vi sono diverse proposte di intervento in discussion­e. «È stato un anno di fuochi d’artificio a livello di politica federale – commenta ancora il capo del Dss –. E credo che questo trend non cambierà. Quanto già deciso e il primo pacchetto di misure appena messo in consultazi­one dal Consiglio federale sembrano andare nella giusta direzione». Un grosso capitolo riguarda i costi in ambito ambulatori­ale, in continuo aumento e per l’ente pubblico non controllab­ili: «Bisognerà introdurre un sistema di gestione dell’ambulatori­ale». Quanto ai temi aperti, in discussion­e vi è la partecipaz­ione dei Cantoni al finanziame­nto delle prestazion­i anche in ambito stazionari­o. «Un indirizzo che non ci convince».

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