Trump si libera di Rosenstein
Washington – Rod Rosenstein ha offerto la propria testa a Donald Trump. Una buona notizia per il presidente: dopo l’auto-ricusazione del ministro Jeff Sessions, Rosenstein sovrintende(va) all’inchiesta sul Russiagate del procuratore speciale Robert Mueller. Ora, fiutando il proprio siluramento, il viceministro della Giustizia avrebbe offerto le dimissioni alla Casa Bianca. Una mossa che segue le rivelazioni dei media, secondo cui nella primavera del 2017 Rosenstein aveva suggerito di registrare Trump per dimostrarne l’inadeguatezza, e tentato di reclutare alcuni esponenti dell’amministrazione per rimuoverlo usando il 25º emendamento, che contempla la rimozione di un presidente nel caso di una manifesta inadeguatezza a governare. Le proposte erano state annotate in un memo da Andrew McCabe, che subentrò alla guida dell’Fbi dopo il licenziamento di James Comey. Il vice attorney general ha smentito ma Trump ha intravisto la possibilità di cominciare a fare piazza pulita in un ministero chiave per il controllo del Russiagate, “sradicando il marcio” e cacciando “le persone dannose”. Trump ha un’occasione senza precedenti per sostituirlo con una persona di fiducia. Tanto più che dopo le elezioni di Midterm dovrebbe arrivare il turno anche di Sessions, al quale il presidente non ha mai perdonato il passo indietro nelle indagini su Mosca. A guastare la torta si sono però annunciate altre due accusatrici del giudice nominato alla Corte Suprema, mettendo ancora più a rischio la conferma al Senato della nomina di Brett Kavanaugh. Una delle due è rappresentata da Michael Avenatti, l’avvocato che difende la pornostar Stormy Daniels nella sua causa contro il presidente. Sarà un caso.