A Riva gli anziani hanno ‘Voce’
Il Centro diurno socio-assistenziale regionale ‘Ai Gelsi’ ha dato alle stampe un giornalino
È la prima struttura che si avventura su questo terreno. E i risultati sono incoraggianti. ‘Gli utenti l’hanno sentito loro. Ed era questo l’obiettivo’.
Tenerlo tra le mani, sfogliarlo, persino sentire l’odore della carta, oggi, dà una grande soddisfazione agli utenti del Centro ‘Ai Gelsi’ di Riva San Vitale. Sanno che quel giornalino, dato alle stampe di recente, è interamente loro: dalla copertina, da dove occhieggia uno schizzo di Santa Croce, all’ultima pagina. Per un pezzo di strada un gruppo nutrito di ospiti della struttura diurna socio-assistenziale regionale si è calato nei panni del reporter locale e ha raccontato un po’ di sé, del paese sul Ceresio e di questo distretto. E così ‘La Voce’ – questa la testata del Centro – ha dato letteralmente risonanza a uno spaccato della nostra quotidianità. E lo ha fatto da un punto d’osservazione che per molti – una trentina i presenti ogni giorno provenienti dal Mendrisiotto e Basso Ceresio – è diventato una seconda casa. «Partecipare alla realizzazione del giornalino ha trasformato completamente gli utenti». Nicola Sorini, che ha accompagnato i frequentatori del Centro in questa ‘avventura’ giornalistica, ne è stato testimone oculare. Se ‘La Voce’ – lo si è voluto ribattezzare così, sondaggio docet – è uscita con il suo ‘numero zero’ è anche un po’ per merito suo. Stagista per sei mesi ‘Ai Gelsi’ – da gennaio a luglio –, si è messo al tavolo con la responsabile Valentina Gnesa per pensare a un progetto da condividere con gli utenti; ed è scoccata la scintilla. «È in questo modo – ci raccontano – che ci è venuto in mente di pubblicare un giornalino del Centro. Il primo, in realtà, di una struttura diurna per anziani». Tutto è cominciato così, semplicemente da un’idea. Il clima familiare che si respira ‘Ai Gelsi’ ha fatto il resto. Si vede bene che il legame degli utenti con Nicola, che prima di essere stagista è stato volontario per un anno, con la responsabile e con l’operatrice Valentina Peoti, ritratti dalla docente di pittura del Centro Elena Sala – «ci piaceva l’idea di non mettere solo una foto» –, è speciale. «Trovare qualcosa di nuovo da fare tutti insieme – ci dice Nicola – non era facile. Ma questa esperienza ha saputo coinvolgere gli ospiti che sono rimasti molto contenti del risultato finale». La spontaneità e l’approccio artigianale che hanno dato forma alla pubblicazione – che non voleva decisamente essere istituzionale – più che togliere hanno aggiunto valore al giornalino. Che ha conquistato frequentatori, cerchia familiare e vicini di casa, cogliendo persino di sorpresa il Comune. D’altro canto, l’impegno è stato preso molto sul serio. «Ogni due settimane – ripercorre Nicola – organizzavamo una vera e propria riunione di redazione per fare il punto sul lavoro, radunare proposte, discutere di contenuti, illustrazioni e colori. Ogni aspetto è stato frutto di
una scelta collettiva». In effetti, la quindicina di giornalisti per caso si è adoperata per raccogliere informazioni, portare libri e documenti. Ciò che ne è scaturito è una lettura piacevole, dall’omaggio al maestro Gian Battista Mantegazzi alla passione di Giorgio Crivelli per gli aeroplani di carta, passando per la pagina dei
giochi e i consigli utili. «Volevamo fosse davvero una cosa loro. E l’obiettivo è stato raggiunto – ribadisce Valentina Gnesa –. Ognuno, insomma, ha potuto manifestare i propri interessi e offrire il proprio contributo, secondo le proprie possibilità». Restituendo di fatto visibilità al Centro. Tant’è che anche le altre strutture diurne – destinatarie di una copia – hanno incoraggiato Riva a continuare. «Lo confesso – riconosce Nicola – non mi dispiacerebbe portare avanti il progetto, realizzando una seconda uscita». Ci sarà? Da colleghi a colleghi ce lo auguriamo. La pluralità di voci ha sempre fatto solo del bene.