La Rassegna lancia il mese da passare… a tavola
Il primo di ottobre, si sa, nel Mendrisiotto fa anche ‘rima’ con Rassegna Gastronomica del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Una data segnata sulle agende, che sancisce l’inizio di un mese (in realtà sino al 4 novembre) da dedicare all’enogastronomia. Ieri, nella conferenza stampa di presentazione dell’evento, si è ribadito ancora una volta quanto sia positivamente accolta la Rassegna, giunta ormai alla sua 55esima edizione. I numeri, d’altronde, parlano da soli: «La passata edizione abbiamo servito 265mila piatti, generando una cifra d’affari globale di 1-1,6 milioni di franchi» ha spiegato il presidente della Rassegna Antonio Florini. Che si tratti di una formula vincente è stato ribadito anche dal presidente di GastroTicino Massimo Suter, il quale ha rimarcato come il tutto si sposi «all’ottima cucina», in particolare «dei nostri ristoranti, dei nostri ambienti». Fornelli ormai caldi dunque, nei 44, tra grotti e ristoranti, che proporranno i menu della Rassegna, in larga parte votati alla selvaggina, presentata nelle sue più ricercate sfaccettature. Ospite di quest’edizione – dunque presenza da fuori Distretto – sarà il ristorante Della Torre di Morcote. Insomma, la proposta è ormai parte della tradizione momò (e non), così come il ‘passaporto’ fedeltà, che permette di ottenere il gadget finale (quest’anno un bollitore) dopo aver apposto 8 timbri. Fedeltà che, ancora una volta, si riscontra nelle cifre: «L’anno scorso ben 1’187 passaporti sono stati completati», ha inoltre evidenziato Florini. Timbri che, in aggiunta, permetteranno di partecipare al concorso con in palio due soggiorni al centro termale
vallesano Bains de Saillon e un trolley.
Nel calice un vino di Mezzana
Come ogni anno, alla Rassegna si assegna un vino e quest’anno, tra i 9 nettari di Bacco in lizza, la scelta è ricaduta sul ‘Merlot Viti Mezzana Doc’, prodotto dall’Azienda agraria cantonale, appunto, di Mezzana. «Imbottigliata a inizio agosto, si tratta di un vino del 2016» ha specificato il direttore dell’azienda Daniele Maffei. Un vino “morbido all’attacco, delicato ed equilibrato”. SLI