Pasquée, in mostra opere astratto-informali di Bott
Casa Pasquée di Massagno dedica la mostra annuale al periodo astratto-informale di Francis Bott (1904–1998). Il vernissage avrà luogo domani, mercoledì 26 settembre, alle 18 nell’aula magna delle scuole. L’esposizione si può visitare dal 27 settembre al 28 ottobre. La scelta della Commissione cultura avviene a 20 anni dalla morte del pittore tedesco, iscritto al Partito comunista fuggito dalla Germania con l’ascesa al potere del Nazionalsocialismo, dopo la donazione al Comune da parte della vedova Aida Bott di tutte le opere in suo possesso. Una donazione che Massagno ha ricevuto grazie all’intervento del compianto vicesindaco di Massagno Erminio Brignoni e comprende in tutto più di 650 opere che vanno dal 1933 al 1986 e include anche opere incompiute, studi, opere su carta e oggetti vari quali sculture o vasi. Vista l’entità della donazione, questa sarà la prima di 4 esposizioni dedicate a Bott. Curata dal critico d’arte Paolo Blendinger, la mostra propone le opere del periodo astratto-informale dal 1951 al 1968, anno in cui l’artista venne riconosciuto a livello internazionale. Nel dopoguerra buona parte degli artisti “ha aderito all’arte astratta, svolgendo una pittura di natura tachista, informale – ha spiegato Paolo Blendinger nel testo introduttivo al catalogo – […] l’abbandono della figurazione è in reazione con quelle manipolazioni a cui l’arte era stata assoggettata nei decenni precedenti” dovute al totalitarismo nazionalsocialista. L’astrattismo di Bott, in particolare, “deriva dal progressivo abbandono della figurazione del suo
periodo surrealista – prosegue Paolo Blendinger – vicino all’esempio di Max Ernst ed è all’inizio profondamente influenzato da Kandinsky. […] Sul finire degli anni Cinquanta questa ricerca sfocia in uno stile personale: la sua pittura è volentieri svolta a spatola e presenta stesure via via più materiche, mentre il segno diventa più essenziale in parallelo con le ricerche di Poliakoff. L’artista trova il suo marchio stilistico in composizioni volentieri rese con blu luminosi che giocano coi contrasti degli altri colori primari in una variegata paletta di toni; ampie campiture del nero vivificano ulteriormente le cromie di per sé già accese con una luminosità che riporta alle vetrate gotiche delle cattedrali francesi”.