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È un Bienne d’alta quota

Dopo la passata stagione, il Bienne di Jason Fuchs ‘ha ancora piu fame’

- Di Moreno Invernizzi

C’è ancora molta euforia nell’aria a Bienne. Un po’ per il ricordo dell’emozionant­e semifinale della passata stagione, e un po’ per il convincent­e inizio di campionato 2018/19 dei Seeländer, che li vede a punteggio pieno dopo due partite. Sei punti raccolti segnando sette reti (tre al Ginevra Servette venerdì e quattro al Losanna l’indomani). Meglio di così... «Un bell’inizio, non c’è che dire – conferma raggiante Jason Fuchs –. È esattament­e così che volevamo cominciare! In casa, col Ginevra (3-0, ndr) abbiamo fornito una prova molto solida. A Losanna (1-4), l’indomani, abbiamo faticato un po’ all’inizio, ma alla fine abbiamo fatto la differenza. Due partite nelle quali siamo riusciti a restare compatti, soprattutt­o a ranghi completi: sinora a 5 contro 5 non abbiamo subìto gol», sottolinea il 23enne centro giurassian­o che dal 2014 al 2017 ha vestito la maglia biancoblù. Assieme allo Zugo, il Bienne è la sola squadra a non aver ancora perso punti: ve l’aspettavat­e? «Ce lo auguravamo. Siamo reduci da una stagione fantastica, ora vogliamo provare che in semifinale non ci siamo arrivati per caso, ma perché abbiamo una squadra solida e che pertanto può ripetersi. In queste prime due partite siamo riusciti a ribadirlo: ora sappiamo di avere le qualità che ci servono, e quindi sotto questo profilo siamo tranquilli». L’entusiasmo generato dalla brillante stagione 2017/18 non si è dunque ancora spento... «Per il momento no, anche se è vero che siamo appena alla vigilia della terza di campionato, e le cose possono evolvere in fretta. Diciamo che queste due partite ci sono servite per fare il pieno di fiducia. Il nostro obiettivo? Ripetere quanto fatto l’anno scorso, cercando pure di migliorare quei punti in cui c’è ancora margine, e che l’anno scorso ci sono costati assai dal profilo dei risultati». A dare il la alla crescita sportiva del Bienne ci ha pensato Törmanen: dal suo arrivo alla transenna, la squadra ha preso quota: «Non abbiamo un sistema di gioco molto complicato, e ciò facilita assai il compito dei nuovi arrivati, che possono assimilarl­o velocement­e. Sono bastate un paio di amichevoli per integrare perfettame­nte i diversi volti nuovi approdati durante l’estate alla Tissot Arena». Volti nuovi che non sono pochi, e pure di un certo spessore: «È vero: abbiamo una squadra addirittur­a migliore di quella della passata stagione. Più equilibrat­a, con 4 linee che possono tutte segnare con una certa regolarità. In più, grazie agli arrivi di Brunner e Riat abbiamo guadagnato due destri, colmando ciò che era una nostra lacuna l’anno scorso. Ora abbiamo più alternativ­e negli special team». Un bel passo avanti rispetto al Bienne che ancora un paio di stagioni fa lottava per restare sopra la linea: «E lo si sente nell’aria. La semifinale non ha appagato i tifosi, ma ha fatto venire loro ancora più fame di successi. Poi, va da sé, un campionato lo giochi per vincerlo, per essere il migliore: è questo il nostro scopo. Ad ogni modo penso che pure al di fuori lo status della società sia cambiato, e adesso tocca a noi saperlo gestire come si deve». E cosa vi aspettate da questa stagione? «Prima di tutto vogliamo chiudere la regular season nei top-6: con la squadra che ci ritroviamo è sicurament­e fattibile. Poi, nei playoff, tutto può accadere: prenderemo partita per partita e serie per serie».

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KEYSTONE Il neocastell­ano in lotta con Genazzi del Losanna

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