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Villa all’ombra dei castelli

Paolo Villa, per anni tra i migliori delfinisti italiani, ha fatto il suo ingresso nel team di allenatori della Turrita

- Di Stefano Minotti

Il nome di Paolo Villa, se evocato tra gli appassiona­ti di nuoto del Ticino, suscita il ricordo di uno dei nuotatori più forti che abbiano mai gareggiato nelle nostre piscine. A ogni apparizion­e faceva man bassa di medaglie e di premi. Nuotatore dotato di un’ottima tecnica, esprimeva una nuotata elegante e al contempo potente, esibendo in un delfino, la sua specialità, nuotato a regola d’arte. Stella della Busto Nuoto prima e del Team Insubrika poi, il classe 1981 è stato per anni tra i migliori delfinisti italiani. Tra il 2003 e il 2007, ha vinto un totale di dieci titoli di campione nazionale assoluto nei 100 e 200 delfino, tanto in vasca corta quanto in vasca lunga. Con la selezione azzurra ha preso più volte parte agli Europei (semifinali­sta a Madrid nel 2004 nei 200 delfino), alle Universiad­i e ai Giochi del Mediterran­eo. Appesi... gli occhialini al chiodo, Paolo è restato nel mondo dello sport: prima come allenatore delle squadre giovanili del Team Insubrika (impegno al quale si era dedicato anche negli ultimi anni della sua carriera di nuotatore profession­ista), poi come responsabi­le delle attività sportive, in particolar­e di quelle natatorie, alla Scuola militare Teulié di Milano. Ora ha intrapreso una nuova avventura profession­ale, accettando l’incarico quale allenatore della seconda squadra della Turrita Nuoto. Paolo Villa ritornerà dunque in una nuova veste tra le pareti delle piscine di Bellinzona, che molte volte l’hanno visto protagonis­ta, tra primati delle manifestaz­ioni e record della vasca. Ma quale è il rapporto che lo lega alla città dei castelli? «Di Bellinzona, e del Ti-

In azione al Meeting del Ceresio nel 2011

cino, ho soltanto ricordi positivi e a ogni trasferta – racconta Paolo Villa – abbiamo sempre trovato un ambiente entusiasta del nuoto e un’accoglienz­a fantastica, sia dal punto di vista umano, sia organizzat­ivo. Ricordo piacevolme­nte le trasferte al Meeting del Castello di Bellinzona, una manifestaz­ione nella quale ritrovavo ogni anno una grandissim­a concorrenz­a».

Quel limite olimpico cercato...

Nel 2008 a Bellinzona tentò di ottenere la qualificaz­ione alle Olimpiadi di Pechino. «Non andò come sperato, e non raggiunsi il tempo limite per pochi centesimi, ma ricordo molto piacevolme­nte anche quel momento: fu

parte di un progetto che avrebbe potuto portarmi a coronare il sogno di una vita. Raggiungem­mo Bellinzona dopo aver disputato il ‘Settecolli’ (importante gara di nuoto che tradiziona­lmente si svolge a Roma a fine giugno, ndr). Era l’estate dell’avvento dei super-costumi in gomma, che testai proprio a Bellinzona per tentare il tutto per tutto, visto che si trattava dell’ultima chance che avevo di ottenere la qualificaz­ione. Il fatto che si trattasse di Bellinzona ha reso questo mio tentativo ancor più speciale, perché quella piscina, e il Meeting del Castello in particolar­e, mi hanno sempre trasmesso la serenità giusta per poter gareggiare al massimo delle mie potenziali­tà. È un momento della mia vita che nonostante tutto ricordo come positivo, perché ho saputo trarvi il giusto insegnamen­to: ovvero che gli ostacoli e le piccole delusioni sportive sono sempre dei momenti di crescita personale. E questo credo sia un insegnamen­to molto importante da trasmetter­e anche ai giovani. E infatti è una delle prime cose di cui ho parlato con loro quando mi sono presentato: è importante, soprattutt­o in uno sport come il nostro, coltivare degli obiettivi. Al momento di tirare le somme, se questi non sono stati raggiunti, ci saranno sicurament­e delle parti del percorso che potranno essere interpreta­te positivame­nte, e prese come insegnamen­to». Quale è stata l’impression­e dei ragazzi, di fronte a un ex nuotatore profession­ista del tuo calibro? «Come ogni novità, ha suscitato in loro sicurament­e molta curiosità. Non sono stato a snocciolar­e né palmares, né record personali. Se i ragazzi vogliono trovare queste informazio­ni, sanno dove trovarle, in internet. Ho da sempre la convinzion­e che nessun ex nuotatore debba avere la presunzion­e di essere un buon allenatore, solo perché è stato un’atleta profession­ista. Con gli atleti, a maggior ragione con i giovani, è importante guadagnare la loro fiducia. La si ottiene soltanto tramite serietà e dedizione. La fiducia in un allenatore da parte dei giovani è molto importante: abbiamo un ruolo formativo molto importante, tanto a livello sportivo quanto personale».

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