Conti, obiettivo centrato
La legislatura si chiude con un Preventivo dalle cifre nere: avanzo di oltre 15 milioni nel 2019
Il direttore del Dfe Vitta: ‘Il risanamento ha toccato tutte le fasce di contribuenti. Ora c’è spazio per la progettualità’.
Cifre nere, anzi d’un nero brillante. Il conto preventivo 2019 del Canton Ticino presenta un avanzo d’esercizio di oltre 15 milioni di franchi. Bilancio in attivo, dunque, anche per l’ultimo anno della legislatura nel solco tracciato in questo quadriennio e secondo la volontà politica attuata col Piano finanziario. Attivo importante, dunque, e autofinanziamento pari a 243,6 milioni che permette “di finanziare quasi integralmente gli investimenti” si legge nel messaggio presentato alla stampa ieri. Sotto i 300 milioni (280,3 milioni per l’esattezza), per contro, la cifra prevista per gli investimenti dove sono compresi 50 milioni per l’aumento di capitale di BancaStato. Anche il preventivo 2019, scrive il governo, “consolida gli effetti delle misure presentate con il messaggio ‘Pacchetto di misure per il riequilibrio delle finanze cantonali’ del 20 aprile 2016”; interventi che hanno permesso un importante contenimento della spesa. A detta del Consiglio di Stato “governo e parlamento dovranno proseguire, anche nei prossimi anni, l’obiettivo del mantenimento dell’equilibrio finanziario, al fine di garantire i necessari spazi di manovra in termini di progettualità”.
Christian Vitta, direttore del Dipartimento finanze ed economia, aveva indicato nel pareggio dei conti l’obiettivo di legislatura. Il risultato è stato raggiunto chiedendo però molti sacrifici, introdotti con la manovra di risparmio. Resta convinto della bontà dell’operazione?
Fondamentalmente è la Costituzione che ci dice che dobbiamo gestire lo Stato in maniera equilibrata. Non avessimo portato avanti questo risanamento oggi ci troveremmo a discutere di un preventivo in cifre molto rosse, di un debito pubblico sopra i due miliardi di franchi e di un capitale proprio negativo. Quello di riportare in pareggio i conti pubblici era l’obiettivo minimo da centrare, nell’interesse dello Stato stesso: conti in equilibrio permettono al Cantone di svolgere i propri compiti nel migliore dei modi. Lasciare andare le cose senza intervenire sarebbe stato poco responsabile.
C’è chi le rimprovera di aver messo il risanamento finanziario sulle spalle di ceto medio e basso, e di sfruttare ora il margine di ‘progettualità’ per ritocchi fiscali che andranno a beneficio di altri. Cosa risponde?
Innanzitutto il risanamento finanziario ha riguardato tutte le fasce di contribuenti: pensiamo ad esempio al ritocco delle stime immobiliari, che hanno avuto un impatto su chi possiede molta sostanza. Per quanto riguarda la riforma fiscale occorre contestualizzarla in quella che si sta portando avanti a livello federale: non è solo il Canton Ticino, tutti i Cantoni si stanno adeguando a questa sfida arrivata da Berna.
Slitterà alla prossima legislatura?
Questa proposta di riforma fiscale che tocca vari ambiti, tra cui il moltiplicatore cantonale, sarà presentata in un messaggio specifico all’indirizzo del parlamento. La sua presentazione dipenderà molto dai tempi della riforma fiscale federale, contro la quale è stato annunciato il referendum.